
Nidi pubblici, centrodestra contro ma parla di natalità
Ad Assisi centrodestra – Nonostante i proclami elettorali in favore della famiglia e della natalità, i rappresentanti locali del centrodestra si sono ripetutamente opposti all’apertura di nuovi servizi per l’infanzia nel Comune di Assisi. La contraddizione emerge con evidenza: mentre si dichiarano sostenitori della crescita demografica, nei fatti si schierano contro l’unico strumento concreto che può davvero aiutare i genitori, ovvero la creazione e il sostegno di asili nido pubblici accessibili.
La questione assume contorni ancor più paradossali se si considera che l’Europa, fin dal 2000, richiede agli Stati membri di garantire un posto in asilo per almeno un bambino su tre tra gli under tre. Un obiettivo che non è un’opzione ma un diritto sancito nei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), e che ogni Comune ha l’obbligo di rispettare.
Ad Assisi centrodestra
Eppure, fino al 2021, Assisi era tra le poche città umbre a non disporre di un solo nido pubblico. Una situazione che ha determinato negli anni un progressivo isolamento delle famiglie con figli piccoli, costrette a trovare soluzioni nei Comuni vicini o a rinunciare del tutto a servizi fondamentali per la conciliazione tra lavoro e cura.
Le amministrazioni che si sono succedute nel ventennio precedente – due mandati a guida Bartolini e due sotto Ricci – non hanno investito risorse pubbliche in questo settore, preferendo demandare tutto al privato. L’assenza di un piano strutturale ha generato un vuoto nei servizi per l’infanzia che solo in tempi recenti si è cominciato a colmare.
A segnare una discontinuità è stato l’anno 2018, con l’introduzione della card “Bimbi domani”: un contributo economico erogato a ogni nuovo nato residente nel Comune. Una misura simbolica ma concreta, volta a sottolineare l’impegno a favore della natalità attraverso un aiuto immediato alle famiglie.
Parallelamente, sono stati avviati interventi per l’istituzione e il potenziamento dei nidi comunali. Attualmente, i posti disponibili nei quattro asili pubblici attivi nel territorio sono 135. Un recente questionario promosso dall’Amministrazione per il prossimo anno educativo ha già registrato l’interesse di 100 famiglie, segno evidente della domanda reale presente nella comunità.
La recente decisione del Comune di adottare un provvedimento in autotutela su una questione amministrativa legata ai nidi ha scatenato reazioni da parte di esponenti del centrodestra, che hanno cercato di spostare l’attenzione sul piano politico. Tuttavia, le polemiche sollevate appaiono come un tentativo di distogliere lo sguardo dalla responsabilità di chi, per decenni, non ha affrontato il problema alla radice.
Dal 2016, l’attuale amministrazione ha investito risorse significative per migliorare il sistema scolastico locale: 13 milioni di euro destinati a interventi strutturali in tutte le scuole del territorio, azioni per calmierare i costi di mense e trasporti scolastici, progetti educativi finanziati con fondi comunali e regionali. L’obiettivo dichiarato è costruire un sistema educativo pubblico solido, capace di offrire un’educazione inclusiva e accessibile a tutti.
Il contrasto con l’approccio del centrodestra è netto: mentre l’attuale maggioranza insiste su una visione pubblica dell’istruzione e della sanità, le opposizioni continuano a sostenere modelli fondati sull’intervento del privato, senza garantire l’universalità dei diritti sociali.
La scuola, secondo l’impostazione dell’attuale amministrazione, non può essere ridotta a un tema da campagna elettorale. Non basta rivendicare piccoli interventi di manutenzione o fare leva su slogan generalisti: servono visione, ascolto e un impegno quotidiano nella gestione delle politiche educative.
L’attacco ricevuto in questi giorni appare dunque come l’ennesimo tentativo di strumentalizzare tecnicismi amministrativi per nascondere un’assenza di proposte credibili in materia di servizi alla persona. La differenza di impostazione è sostanziale e non può essere elusa: da una parte c’è un lavoro strutturato, già avviato e riconosciuto anche dai numeri; dall’altra, l’assenza di progettualità e la responsabilità di aver lasciato le famiglie senza alcun supporto per oltre vent’anni.
L’incremento dei posti nido, il sostegno alle nascite attraverso misure economiche concrete, gli investimenti sulle strutture scolastiche e il dialogo continuo con gli istituti rappresentano una visione coerente e fondata. Una visione che guarda al futuro, ai bisogni reali delle famiglie e al rispetto dei diritti fondamentali.
In questo contesto, le critiche sollevate appaiono come un ritorno a logiche del passato che poco hanno a che fare con le sfide attuali. I dati parlano chiaro e indicano la direzione di un’amministrazione che ha scelto di investire, costruire e non limitarsi a enunciare.
Francesca Corazzi
Paolo Lupattelli
dal loro comunicato stampa
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