
Luce sulla facciata per onorare chi dona il proprio sangue
La Basilica di Assisi – La Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, nella serata di sabato 14 giugno 2025, si accenderà di luce rossa per celebrare la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue. Un gesto simbolico, ma di forte impatto, che mira a riconoscere il valore di milioni di cittadini che scelgono di compiere un atto di generosità salvavita.
L’iniziativa si inserisce nel contesto delle attività promosse a livello nazionale da AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue), che ha scelto per l’edizione di quest’anno il messaggio “Dona il sangue, dona il plasma. Insieme salviamo vite”.
La Basilica di Assisi
L’illuminazione della facciata della chiesa superiore della Basilica richiama l’attenzione sull’importanza della donazione volontaria e gratuita del sangue e del plasma, elementi fondamentali per numerose terapie e interventi salvavita. L’evento di Assisi rappresenta un omaggio a chi, attraverso questo gesto silenzioso e continuo, contribuisce al funzionamento del sistema sanitario e alla speranza di migliaia di persone.
A rendere ancora più significativo il momento è il contesto in cui si inserisce: quello della spiritualità francescana. Il Sacro Convento, custode delle spoglie di San Francesco, si fa portavoce di un messaggio che unisce fede, impegno civile e solidarietà.
Fra Giulio Cesareo, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento, ha sottolineato il valore del gesto dei donatori in un tempo segnato da crisi e violenze diffuse. Ha evidenziato come la scelta di donare il sangue non solo sia un’azione concreta di aiuto, ma anche un simbolo di pace, di attenzione verso il prossimo e di costruzione della fraternità.
L’iniziativa di illuminare monumenti, luoghi simbolici e sedi istituzionali con il colore rosso – tonalità che richiama visivamente il sangue – è una prassi diffusa in Italia e nel mondo durante questa giornata. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare la partecipazione soprattutto delle nuove generazioni, che spesso non sono pienamente consapevoli della rilevanza sociale e sanitaria della donazione.
Assisi, luogo universalmente riconosciuto come città della pace e del dialogo, diventa così teatro di una campagna che unisce valori civili e spirituali. L’evento, organizzato in collaborazione con AVIS e con il supporto delle autorità locali, si inserisce nel più ampio programma di promozione della cultura del dono, che si concretizza anche attraverso campagne di informazione, eventi formativi e coinvolgimento attivo delle comunità.
Il contributo dei donatori è cruciale per garantire le scorte di sangue necessarie a coprire le richieste ospedaliere quotidiane. In Italia, ogni giorno servono circa 1.800 sacche di sangue per far fronte a interventi chirurgici, trasfusioni in oncologia, emergenze e patologie croniche.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue nel 2005 per ringraziare pubblicamente chi compie questo gesto e per incoraggiare nuovi volontari a unirsi al sistema. La data scelta, il 14 giugno, coincide con l’anniversario della nascita di Karl Landsteiner, lo scopritore dei gruppi sanguigni, cui si deve una delle più importanti rivoluzioni nel campo della medicina trasfusionale.
Nel corso degli anni, questa ricorrenza è diventata un’occasione per fare il punto sulle strategie globali in tema di donazioni, sicurezza delle trasfusioni e autosufficienza ematica. L’Italia, con il suo sistema basato sulla gratuità e sulla responsabilità civile, si colloca tra i Paesi che garantiscono standard qualitativi elevati nella raccolta e nella gestione del sangue.
In questo quadro, la visibilità di eventi come quello di Assisi serve anche a contrastare la flessione di donazioni che si registra nei mesi estivi o nei periodi post-pandemici, e a incoraggiare una partecipazione costante durante tutto l’anno.
L’importanza della donazione di sangue non può essere sottovalutata. Non si tratta soltanto di un gesto altruistico, ma di un elemento essenziale per il funzionamento del sistema sanitario. Il sangue non è riproducibile artificialmente, e l’unica fonte possibile resta quella umana. Per questo, ogni donatore rappresenta un tassello insostituibile di una rete che salva vite ogni giorno.
Donare il sangue significa anche entrare a far parte di una comunità solidale che mette al centro la salute collettiva. È un atto semplice, sicuro e controllato, che può fare la differenza tra la vita e la morte per molte persone. Ed è proprio attraverso piccoli gesti come questo che si costruisce un senso di cittadinanza attiva, partecipata e responsabile.
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