
I genitori tornano sui suoi passi: “Non smettiamo mai”
Assisi ricorda Fabrizio Catalano – Vent’anni dopo la scomparsa di Fabrizio Catalano, i genitori sono tornati ad Assisi per onorare il ricordo del figlio e riaccendere l’attenzione su un caso che resta ancora senza risposte.
Caterina Migliazza ed Ezio Catalano, madre e padre di Fabrizio, scomparso nel nulla nel luglio del 2005, hanno raggiunto la città umbra dove il giovane, allora diciannovenne, frequentava un corso estivo di musicoterapia. Come ogni anno, anche in questo anniversario hanno ripercorso i luoghi frequentati dal figlio, affiggendo manifesti con l’appello “Aiutateci a ritrovarlo”.
«Anche se il tempo è passato, non abbiamo mai smesso di sperare – ha dichiarato la madre –. Ogni anno torniamo qui per cercare risposte e sentiamo ancora la presenza viva di Fabrizio. È come se ci accompagnasse in ogni passo».
La coppia, scrive Maurizio Baglioni su La Nazione, è stata accolta dalle istituzioni locali in un momento di raccoglimento e memoria. Al loro fianco, il sindaco Valter Stoppini, l’assessore Donatella Casciarri, la presidente del consiglio comunale Annalisa Rossi e don Maurizio Biagioni, che ha guidato una preghiera. Presenti anche Claudia Travicelli, già amministratrice legata da un rapporto di amicizia con la famiglia Catalano, Lucio Belli, comandante dei vigili del fuoco di Assisi, e il musicista Massimiliano Manini, che ha dedicato un brano con la chitarra a Fabrizio.
La cerimonia si è svolta nei pressi delle aree battute all’epoca delle ricerche, ancora oggi simbolo di speranza e dolore. «Venti anni fa non avrei mai pensato di poter sopportare una simile assenza – ha aggiunto Caterina –. Ma ci aggrappiamo alle testimonianze raccolte in questi anni, alcune delle quali suggeriscono che Fabrizio possa aver trovato rifugio in qualche comunità, o stia semplicemente vagando, come tanti ragazzi in cerca di sé».
Nel corso della mattinata, i genitori hanno affisso nuove locandine in piazza del Comune, per ricordare la storia del figlio e mantenere alta l’attenzione. Hanno inoltre visitato i punti in cui furono rinvenuti oggetti appartenuti a Fabrizio: prima la sacca, poi, sette mesi dopo la scomparsa, la chitarra del ragazzo, sorprendentemente intatta. «Quella chitarra, muta, non ci ha dato risposte, solo altre domande» ha spiegato il padre Ezio.
Il caso di Fabrizio Catalano continua a essere uno dei più toccanti tra le sparizioni irrisolte in Italia. Nonostante le indagini, le segnalazioni e gli appelli ripetuti nel tempo, nessuna traccia concreta ha mai riportato alla verità. La famiglia ha bussato a molte porte, ma spesso – come raccontano – ha trovato silenzi.
Tuttavia, non hanno mai rinunciato alla ricerca. In questi vent’anni, hanno partecipato a convegni, promosso iniziative pubbliche, scritto libri, mantenendo viva l’attenzione mediatica. «Finché non ci sarà una certezza, continueremo a raccontare la sua storia. Non vogliamo che Fabrizio venga dimenticato. Abbiamo la convinzione profonda che sia ancora da qualche parte e che, prima o poi, qualcuno ci darà un indizio. O forse sarà lui a trovare la strada di casa».
Il ritorno ad Assisi ha rappresentato, ancora una volta, un atto di amore e ostinazione. Un pellegrinaggio laico nei luoghi della speranza, dove tutto si fermò vent’anni fa, ma dove il tempo non ha scalfito la volontà di due genitori di non arrendersi.
«Fabrizio è sempre con noi», ripetono. Non come frase retorica, ma come una certezza che li accompagna ogni giorno.
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