
Dal 22 febbraio al 22 marzo 2026, fede e inclusione
In occasione dell’ottavo centenario della morte di San Francesco, dal 22 febbraio al 22 marzo 2026, la Basilica di Assisi ospiterà la prima ostensione pubblica prolungata delle sue spoglie mortali. L’annuncio, dato il 4 ottobre durante la festa del Patrono d’Italia, segna un momento epocale per la comunità francescana e per i fedeli di tutto il mondo.
Il corpo del Santo sarà esposto ai piedi dell’altare papale della chiesa inferiore, dopo essere stato trasferito dalla cripta. L’iniziativa, autorizzata dal Santo Padre Leone XIV, rappresenta un invito alla contemplazione e alla riscoperta del messaggio evangelico incarnato da Francesco, figura che continua a generare frutti di pace e fraternità.
L’evento si inserisce nel programma del Centenario Francescano, che celebra la vita come dono e servizio. L’ostensione sarà accompagnata da percorsi spirituali guidati dai frati, disponibili in più lingue, e pensati per favorire la partecipazione anche delle persone con disabilità. Ogni pellegrino potrà scegliere tra due modalità di visita: in gruppo con accompagnamento spirituale o in forma individuale, per una preghiera silenziosa e personale.
La prenotazione è gratuita e obbligatoria, da effettuare online sul sito ufficiale del centenario. Al termine della venerazione, ogni partecipante riceverà un segno tangibile dell’incontro con il Santo.
La storia della sepoltura di Francesco è segnata da secoli di devozione e riservatezza. Dopo la sua morte, il corpo fu nascosto sotto l’altare maggiore per proteggerlo da profanazioni. Ritrovato nel 1818, è stato oggetto di ricognizioni nel 1819, 1978 e 2015, che ne hanno confermato l’autenticità e il valore spirituale.
Durante il mese dell’ostensione, la Basilica offrirà celebrazioni liturgiche quotidiane, con due Messe internazionali dal lunedì al sabato e momenti comunitari serali dedicati a famiglie, religiosi, membri dell’Ordine francescano secolare e persone con disabilità.
Fra Giulio Cesareo, responsabile della comunicazione della Basilica, ha sottolineato come l’ostensione non sia solo un atto devozionale, ma un messaggio universale: «Francesco vive, e il suo spirito ci invita a essere costruttori di pace e testimoni di un amore che non muore».
L’iniziativa si propone come un seme di speranza, capace di parlare al cuore dell’umanità contemporanea, richiamando ciascuno alla bellezza del dono, alla cura del creato e alla fraternità vissuta.
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