Estorsione imprenditori, arrestati i componenti di due note famiglie rom [FOTO VIDEO]

L'operazione è stata condotta dai Carabinieri di Assisi, al seguito del maggiore Marco Sivori

Estorsione imprenditori, arrestati i membri di due famiglie rom

Estorsione imprenditori, arrestati i componenti di due note famiglie rom [FOTO]

“Per te, se non darai seguito alle nostre richieste, sarà una estate molto calda”. E’ una delle frasi di minaccia detta dagli arrestati alle vittime dell’estorsione. Si chiama “Burnig Earth” – terra che brucia – l’operazione eseguita dai carabinieri della compagnia di Assisi, al seguito del Maggiore, Marco Sivori. I militari, giovedì scorso, hanno concluso un’attività d’indagine eseguendo 6 arresti. Tre le persone in carcere, 2 agli arresti domiciliari e un divieto di avvicinamento per una donna.

I soggetti, tutti accomunati da un vincolo familiare di etnia rom, sono di origini romene e hanno un’età compresa tra i 22 anni, i 50, i 60. La donna ne ha, addirittura, 85 anni. Tutti autori numerosi episodi di estorsione e tentata estorsione ai danni di diversi imprenditori agricoli. Un tipo di estorsione che andava avanti da 24 anni nell’hinterland assisiate, tra Tordandrea e Castelnuovo. Ad agire erano due note famiglie ben incardinate nel territorio. Si tratta dei Levacovich ed Hudorovich con a capo una donna di 85 anni che, dopo la morte del marito, era diventata la “capofamiglia”. “Il modus operandi” è tipico della Sicilia – ha detto il colonnello comandante del provinciale, Cosimo Fiore – ed è del tipo attuato a Palermo ad opera di esponenti di spicco di Cosa nostra”.

Prima avveniva il contatto bonario tra estorsore e vittima, dopodiché veniva chiesta la merce da fornire in cambio protezione. Chiedevano rotoli di fieno, paglia, gasolio agricolo, a volte anche della carne e del denaro. Per i soldi venivano chiesti 600 euro all’anno. Oppure 6000 annui scontati o addirittura il pacchetto completo, una sorta di “assicurazione casco”, a vita che ammontava a 20 mila euro. Se il soggetto non sottostava alla richiesta estorsiva i malviventi intervenivano. Davano fuoco a fienili, capannoni o ad aree aperte di campagna sui territori interessati. Fino a produrre danni calcolabili su 386 mila euro. Il primo incendio è stato registrato nel 2005, alcuni nel 2014 e gli ultimi sul finire del 2015 ed inizi 2016.

Il tutto è stato scoperto grazie alla segnalazione dei cittadini, che nell’ultimi anni sono diventati un punto di forza nel territorio umbro, anche grazie a colloqui e fiducia con le diverse istituzioni, anche quelle religiose della Diocesi. Come già detto il tutto andava avanti da 24 anni, le prime indagini materialmente sono partite nel 2014, quando c’è stato un primo contatto tra le sfere istituzionali e l’Arma dei Carabinieri. L’indagine è stata condotta grazie ai soggetti interessati che hanno reso delle informazioni particolareggiate, consentendo agli operatori della polizia giudiziaria di poter attuare indagini tecniche con intercettazioni, presenza di telecamere, per cristallizzare l’evento delittuoso, e servizi di osservazione, controllo e pedinamento. Andati tutti a buon fine. Alla conferenza stampa stamani erano presenti il maggiore Carlo Sfacteria, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri Perugia, il Comandante Provinciale, Colonnello Cosimo Fiore, il maggiore della Compagnia di Assisi, Marco Sivori, e il tenente Davide Franco Nucleo Operativo e Radiomobile di Assisi.

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