Cantico delle Creature, il vescovo canta davanti alla Boldrini

Monsignor Domenico Sorrentino lo fa durante la presentazione del libro “Laudato Si’. Dal Cantico Di Frate Sole All’enciclica Di Papa Francesco”

Cantico delle Creature, il vescovo canta davanti alla Boldrini

Cantico delle Creature, il vescovo canta davanti alla Boldrini

Il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino canta nella Sala della Regina del Parlamento italiano il testo del Cantico delle Creature. Questo è quanto avvenuto martedì 15 marzo in occasione della presentazione del libro del vescovo intitolato “Laudato Si’. Dal Cantico di frate Sole all’Enciclica di Papa Francesco” alla Camera dei deputati. Era presente anche la presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, la vicepresidente Marina Sereni, molti onorevoli, il sindaco di Assisi Antonio Lunghi e circa centocinquanta partecipanti.

L’iniziativa è stata promossa dai deputati eletti in Umbria di tutti i gruppi parlamentari su iniziativa dell’onorevole Walter Verini. La presidente Boldrini dopo aver salutato il vescovo e gli ospiti ha sottolineato che il libro “è facile da leggere, ma pieno di contenuti. Quella del destino del pianeta deve essere una preoccupazione che riguarda tutti e che è anche lo spirito dell’Enciclica del Pontefice. Papa Francesco – ha aggiunto – non si limita a parlare agli uomini di buona volontà, ma vuole parlare a tutti, credenti e non credenti, perché il futuro del pianeta sicuramente riguarda tutti. Nella “Laudato Si’” – ha specificato ancora la presidente – ciascuno può trovare tante chiavi di lettura e tante direttrici. Credo che questa Enciclica abbia contribuito enormemente anche al buon esito della conferenza della COP21 a Parigi. Questo documento del Papa è stato sicuramente un modo per stimolare i capi di stato e di governo e anche per avere più attenzione da parte dei mezzi d’informazione e dell’opinione pubblica. La forza di questo testo si ripropone costantemente e sta nella lettura unitaria che dà al tema della natura e mette in collegamento il degrado ambientale con il degrado sociale. Non si può pensare di amare la natura se non si amano gli esseri umani e tra loro gli esseri umani più svantaggiati. Il Papa ci fa notare che non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura se ci si disinteressa dei poveri. Papa Francesco ci dice che è molto quello che si può fare. Quindi ognuno può fare la propria parte. Allora il legislatore ha il compito di agire per i provvedimenti ambientali con tutta l’urgenza necessaria perché ormai non possiamo non sapere che il tempo sta per scadere”.

Sono seguiti gli interventi di padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento; di Luigino Bruni, ordinario di Economia politica all’Università Lumsa di Roma e di Marco Tarquinio direttore di Avvenire.

Padre Fortunato riferendosi all’Enciclica del Pontefice ha sottolineato come questo saggio sia un “grido di aiuto per salvare la terra. La “Laudato Si’” ci dice che noi dobbiamo fare i conti con le periferie della storia; una periferia che è prima di tutto umana e poi ambientale. Il vescovo nel libro cita molte volte che la terra viene chiamata madre e sorella ad indicare la grande responsabilità che ha l’uomo. Nel Cantico tutte le cose vengono chiamate fratello o sorella, solo la terra viene chiamata madre o sorella ad indicare la profonda responsabilità che San Francesco desiderava dall’uomo nei confronti della terra. La lettura di queste pagine – ha concluso riferendosi al saggio scritto dal vescovo –, come spero anche dell’Enciclica deve terminare con: ho una grande responsabilità che inizia dentro casa mia con il riciclare, con la differenziata con quelle piccole scelte che ci educano e vanno in questa direzione”.

L’intervento di Luigino Bruni ha messo in evidenza che “oggi c’è molta solidarietà immune, che si occupa dei poveri senza toccarli: ma la prima cura per i poveri sono gli abbracci e i baci, come ha testimoniato lo stesso San Francesco, che fa risalire la sua conversione all’incontro di Rivotorto, quando ha abbracciato e baciato un lebbroso”.

Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio ha affermato che “bisogna reinterpretare il lavoro e lo spartito del tempo, se vogliamo che l’ecologia non sia un modo di dire ma un modo di fare. L’ecologia è un grande lavoro quotidiano da fare, che riguarda noi tutti, i nostri stili di vita che Papa Francesco ci chiede di cambiare. Ed è possibile, è una sfida che si può vincere se si hanno politici con occhi che guardino al domani e anche mistici, persone cioè che sappiano vivere la dimensione verticale dell’esistenza. Perché è dall’alto che si riescono a vedere i veri contorni delle cose”.

Prima di concludere con il canto, nel suo intervento il vescovo Sorrentino ha ringraziato per l’iniziativa “non tanto perché mi trovo anch’io ad essere protagonista di questo momento per il libro che ho scritto, ma perché dietro a questo libro c’è San Francesco. Questo momento ci aiuta a metterci in sintonia con lui. Mi sento orgoglioso di essere vescovo in Umbria dopo questa iniziativa perché l’Umbria ha dimostrato di avere colto nel Cantico un tratto della sua fisionomia e un momento della sua ricchezza storica. Grazie alla presidente della Camera: siamo nel Parlamento; San Francesco è patrono d’Italia e dice tanto alla nostra nazione e lo dice anche con questo Cantico che come tutti ricordiamo è una perla della nostra letteratura agli albori della stessa. Come testo letterario lo possono condividere tutti, credenti e non credenti almeno da questo punto di vista e credo non solo”.

Cantico

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