
Funerale di Eliza al Serafico di Assisi: un addio commosso
Il funerale di Eliza si è svolto presso il Serafico di Assisi, un luogo simbolico scelto per rendere omaggio a una vita dedicata al servizio degli altri. La celebrazione è stata officiata dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino, affiancato da padre Alfredo, con la presenza delle istituzioni locali, tra cui il presidente della Regione Stefania Proietti e i sindaci di Gualdo Tadino, Assisi e Nocera Umbra.
Il ricordo della sorella
Durante la cerimonia, la sorella di Eliza ha offerto un toccante ricordo: “Eri buona con tutti, ti dedicavi al volontariato, donavi il sangue e desideravi donare anche il midollo. Vorrei poterti abbracciare ancora e dirti quanto ti voglio bene. Il dolore è troppo forte, ci mancherai per sempre”. Le sue parole hanno toccato profondamente i presenti, ricordando il grande cuore di Eliza e il suo spirito altruista.
L’omelia del vescovo
Nell’omelia, monsignor Sorrentino ha sottolineato il valore unico della vita di Eliza: “Il Serafico è una famiglia, e Eliza ne faceva parte. Non apparteneva solo al passato, ma continua a vivere in questa comunità spirituale”. Il vescovo ha riflettuto sul senso del battesimo, richiamando l’importanza dello sguardo amorevole di Dio verso ogni persona: “Il nostro sguardo reciproco dovrebbe riflettere quello divino, come Eliza ha fatto con la sua dedizione”.
Ha poi affrontato con delicatezza la tragedia che ha posto fine alla vita di Eliza, invitando i presenti a non speculare, ma a mantenere un rispettoso silenzio: “Davanti a eventi come questo, il silenzio orante è l’unica reazione degna. Questo femminicidio è una ferita profonda che non doveva accadere”. Un appello alla valorizzazione della vita umana è stato centrale nel suo discorso: “Ogni vita è sacra agli occhi di Dio, e il Serafico è un laboratorio in cui la vita viene accolta e amata, senza distinzioni”.
L’intervento di Francesca Di Maolo
Francesca Di Maolo, presidente del Serafico, ha rivolto un discorso commosso alle sorelle di Eliza, esprimendo il dolore e la vicinanza della comunità: “Eliza era una di noi, una madre, una sorella, una figlia. Il suo sorriso e la sua professionalità erano un dono per tutti”. Ha ricordato il percorso di Eliza al Serafico, dalla gioia per l’assunzione a tempo indeterminato fino alla sua dedizione quotidiana: “Lavorare qui non è solo un mestiere, è una vocazione. Per Eliza, prendersi cura della vita era una scelta consapevole e voluta”.
Il contesto
Eliza lavorava al Serafico di Assisi, un centro noto per l’assistenza a persone fragili. La sua morte, avvenuta in circostanze tragiche, ha segnato il primo femminicidio del 2025, suscitando sgomento e rabbia. La vicenda ha portato nuovamente alla ribalta il dramma della violenza contro le donne, tema toccato sia dal vescovo che dai presenti durante la cerimonia.
Un impegno per il futuro
Durante la celebrazione, è stato ribadito l’impegno del Serafico a promuovere una cultura della vita. Di Maolo ha dichiarato: “Solo attraverso la cultura della vita possiamo contrastare la cultura della morte. L’amore deve essere libero, rispettato e mai possesso”. Ha invitato la comunità a continuare il lavoro di Eliza, prendendo ispirazione dalla sua dedizione: “Servire la vita ogni giorno è il modo migliore per onorare la sua memoria”.
Momenti di commozione
Numerosi colleghi e genitori dei bambini assistiti al Serafico hanno reso omaggio a Eliza. Molti hanno ricordato come fosse percepita come un’estensione del loro amore verso i figli. Le testimonianze hanno dipinto il ritratto di una donna generosa, sempre pronta ad accogliere e sostenere gli altri con gentilezza e professionalità.
Un appello alla giustizia
Sebbene la cerimonia abbia mantenuto un tono rispettoso, il vescovo ha lanciato un appello implicito alla giustizia, chiedendo che sia fatta chiarezza sulla vicenda: “Solo Dio può entrare fino in fondo nel cuore delle persone. Noi, intanto, affidiamo Eliza e anche Daniele alla sua misericordia”.
Conclusione
L’ultimo saluto a Eliza è stato accompagnato da un forte senso di solidarietà verso la sua famiglia e dalla volontà di trasformare il dolore in un’occasione di riflessione. Come ha sottolineato il vescovo: “La morte non chiude la pagina della vita, ma ne apre una nuova nell’eternità”. Eliza lascia un segno indelebile nella comunità del Serafico, che continuerà a portare avanti il suo esempio di amore e dedizione.
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