
Nuova zona di caccia? Ma anche no! E scrivono lettera alle autorità
«In questo tempo disgraziato di Coronavirus c’è chi, nonostante tutto, pensa ancora di continuare a sconvolgere l’ambiente naturale cercando di aprire una nuova zona di caccia a pagamento, su un area protetta dal maggio del 1982 – oltre 38 anni, che era stata creata in sostituzione ed integrazione della precedente oasi di protezione di San Gregorio in comune di Assisi». Sono le parole di un documento sottoscritto da 233 persone.
«L’area interessata – scrivono – è delimitata da un lato dal fiume Chiascio da Pianello fino a Rocca Sant’Angelo di Assisi fino a salire fino al confine con il comune di Valfabbrica su una superficie di circa 550 ettari. La riapertura della caccia altererebbe inevitabilmente il delicato equilibrio faticosamente raggiunto in tutti questi anni da un ricostituito ecosistema, finalità principale dell’istituzione stessa di tale zona, ove sono finalmente presenti anche specie faunistiche non tipicamente venatorie, rare e difficilmente rintracciabili altrove (poiane, falchi, picchi, upupe, scoiattoli, tassi, ghiri, ecc…)»
Un tentativo, sostengono i sottoscrittori del documento, che cozza anche con quanto riportato sul PIANO FAUNISTICO VENATORIO della Regione Umbria 2019-2023 in quanto (vedi Art.5.5 “… emerge che la superficie agro-silvo-pastorale (SASP) protetta si attesta intorno al 18,0%, quindi al di sotto della quota minima del 20% stabilita dalla LR 14/94 ….
«Per raggiungere la soglia di legge – scrivono ancora – sarà necessario sottoporre a qualche forma di protezione ulteriori 12.479,22 ettari” I sottoscritti evidenziano altresì che la zona sia normalmente utilizzata per numerosi e diversi scopi, incompatibili con l’attività venatoria: eremi e ritiri spirituali e di riflessione, campus e percorsi didattici, ricezione turistica con finalità escursionistiche, passeggiate ecologiche a piedi e in bicicletta«.
«Certi che le esigenze di questo vasto pubblico di utilizzatori e della maggioranza dei proprietari, dei conduttori di terreni e delle attività ricettive, su cui insiste parte dell’attuale ZRC (Zona di Ripopolamento e Cattura), inducano le autorità competenti a provvedere al rafforzamento delle cure per il mantenimento della ZRC di San Gregorio in quanto bene prezioso e necessario per la salvaguardia del nostro ecosistema. Si allegano altri 15 documenti con 233 firme»
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