da Simonetta Maccabei, Giorgio Bartolini ed Emidio Fioroni
ASSISI – Siamo soddisfatti di vedere finalmente la composizione della nuova giunta che registra anche la presenza femminile, come prevedeva la legge e l’articolo 30 del regolamento comunale da oltre dieci anni, ma soprattutto come dettava il buon senso. Il Consiglio di Stato ha bocciato il sindaco, facendo giustizia della palese furbizia addotta dallo stesso a difesa del suo incomprensibile comportamento nel non voler nominare donne, come da tradizione degli ultimi anni, adducendo l’insensata scusa che una donna presiedeva il consiglio comunale, pseudo giustificazione che nulla aveva a che fare con la composizione della giunta.
Non si comprenderà mai questo modo di fare, così come l’annuncio di un ricorso all’Unione Europea, mentre in contemporanea si faceva fotografare con le due nuove donne assessore appena nominate. Ci si chiede se non le ritenga all’altezza del compito, prima ancora di averle messe alla prova. Per non parlare delle spese legali sostenute dal Comune di Assisi, e di quelle dei ricorrenti (per entrambi i gradi di giudizio), per le quali il Consiglio di Stato ha addebitato al Comune che ha perso, la spesa. Il tutto per un totale di circa 30.000 euro. Un discorso a parte meritano gli assessori della passata giunta.
Due scartati, non in base alle competenze dimostrate, ma per aver preso meno voti quattro anni fa. Criterio discutibile. Gli altri due sono stati degradati da colonnelli a caporali, con la modifica dell’attribuzione delle deleghe per il loro comportamento di insufficienza agli occhi del sindaco. Bisogna dire che essi si sono accomodati a questa nuova situazione, forse perché non vogliono lasciare spazi al vicesindaco in vista delle prossime elezioni, oppure perché colpiti dalla sindrome di Stoccolma.
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