
“Edipus”, datato 1977, racconta la vicenda di un capocomico, lo “Scarrozzante”, che in un teatrino di provincia tenta di mettere in scena una rappresentazione su Edipo. Abbandonato dal primo attore e dalla prima attrice, che hanno preferito strade più comode, lo Scarrozzante si trova dunque a ricoprire tutti i ruoli, e finisce per confondere il piano del racconto con quello della sua disastrata vicenda autobiografica personale. Tra le molte riscritture contemporanee del mito di Edipo, quella di Giovanni Testori, terzo e conclusivo capitolo della “Trilogia degli Scarrozzanti”, si evidenzia certamente per i suoi smaccati caratteri di originalità e autonomia dal modello. Non dunque una ri-scrittura, ma una scrittura che al mito ruba i presupposti per un’elaborazione del tutto nuova dal punto di vista della storia, della forma e del linguaggio. Testori inventa “l’italicano”, una deformazione linguistica, misto di lombardo, di francesismi e latinismi, che recupera in questo spettacolo la sua piena teatralità. Il lavoro su “Edipus”, a distanza di vent’anni dalla storica interpretazione di Sandro Lombardi ed a quasi quaranta dall’esordio con Franco Parenti, è pensato proprio per Eugenio Allegri, contemporaneo avanguardista “comico dell’arte”, sperimentatore linguistico ed interprete tra i più raffinati della nostra scena. “Edipus” segna la sua prima esperienza sotto la direzione di Leo Muscato. Una grande prova d’attore e un grande testo, per una scommessa che si preannuncia tra le più interessanti della Stagione
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