Uomo fermati: è il monito che parte da Assisi, Bioetica e Post Umano: si può ancora dire bioetica?

da Mario Mariano
ASSISI – Uomo fermati: è il monito che parte da Assisi, dove si è svolto il convegno su “Bioetica e Post Umano: si può ancora dire bioetica? “. Un messaggio autorevole, di impegno quotidiano è quello proposto da Marco Tarquinio, assisate di nascita e di adozione, direttore di Avvenire, il giornale della CEI: “Papa Francesco ha dato una sterzata brusca ma necessaria nei suoi tanti suoi messaggi – ha detto Tarquinio – :proporre la cultura dello scarto, ha fatto tornare tutti con i piedi per terra. Dobbiamo riappropriarci del piacere di chiamare le cose con il loro nome, di scandire le parole assaporando appieno il loro significato. Parole come “genitori”, “madre”,  “padre” devono avere il significato della cultura universale. Dobbiamo avvertire il piacere di essere liberi, di saper apprezzare le opere dell’uomo.

Il giornale che ho l’onore di dirigere ha messo in prima pagina per due anni di fila temi che riguardano l’utero in affitto, l’esproprio proletario, che avvilisce la donna rafforzando il potere dei ricchi ai danni dei poveri. E poi in tanti la chiamano liberà. “ Antonia Margiotta, presidente del Centro Bioetica Filéremo, che ha organizzato il convegno, si è soffermato sul ruolo della famiglia: “ non è da ora che le nuove generazioni, fin dall’età scolastica vengono espropriate dalla macchina, voglio dire dal web, da associazioni che promuovono la cultura che a 12-13 anni i giovani possono e debbono provare emozioni forti, audaci, rischiose. Tutto questo per maturare esperienza, per prepararsi alla vita. Dobbiamo ribellarci a questa cultura e soffermarci sempre più ,invece, su messaggi come quelli che sono arrivati da pochi giorni da quei due genitori, molto speciali, che si chiamano Francesca ed Antonio. Dal loro amore è nata all’Ospedale di Perugia Vittoria; una mamma tetraplegica dall’età di due anni ha avuto la forza di volontà di credere nella vita, anche se in tanti le avevano proposto di abbandonare quella strada “.

Sergio Belardinelli, docente dell’Università di Bologna ha affrontato il tema “Le sfide della bio politica” : “La pubblicità è il mondo del business insistono nel perseguire la filosofia del benessere individuale: pensa a stare bene e a goderti la vita, senza preoccuparti dei mezzi che utilizzi ! Ma occorre una inversione ad “u” se davvero l’uomo vuole riappropriarsi della vita. Che non può prescindere dalla solidarietà”.

Marco Tarquinio nel serrato dibattito che si è aperto dopo la sua relazione, ha confidato che esiste una vera e propria industria che si occupa del mercato degli ovuli e spermatozoi per la fecondazione degli embrioni :  “ci sono società spagnole che si stanno già attrezzando anche in Italia: tutto questo fa onore  alla donna? È forse possibile selezionare intelligenza, prestanza fisica, e magari simpatia?”. Nel corso della giornata di lavori sono stati affrontati anche altri temi impegnativi quali “Ormoni e gender: i frastagliati confini tra natura e cultura (Prof. Carlo Cirotto Università di Perugia); Testimonianze su dolore in corsia, Prof. Mario Timio, del comitato scientifico Filéremo. Infine i Prof. Francesco Vitelli  e Francesca Barone  hanno parlato di casi giurisprudenziali in materia di bio diritto e di Bioetica applicata ai casi clinici.

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