Vive in Marocco ma prende la pensione in Italia: denunciato
Le indagini dei militari coordinati dal Maggiore Marco Sivori hanno fatto luce su un caso di malcostume
Era convinto di farla franca ma l’intuito e la professionalità dei Carabinieri intervenuti a casa sua per sedare un privato dissidio stavolta sono costati ad un uomo di origine marocchina ed ai suoi familiari una denuncia alla competente Procura per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
E’ il mese di novembre 2015 quando una pattuglia della Stazione Carabinieri di Bettona interviene a Cannara dove era stata richiesto l’intervento dei militari dell’Arma a seguito di una lite in famiglia.
I militari prendono contatti come sono soliti fare con i richiedenti: i figli di un signore originario del Marocco intendono appropriarsi del contributo sociale destinato al loro capo famiglia sentendosi in diritto di spendere tale somma in quanto da circa quattro anni il diretto interessato si era trasferito in pianta stabile nel suo Paese di origine dove si era fatto tra l’altro, una nuova famiglia. Ne nasce un furibondo alterco, composto il quale, ha inizio il lavoro vero e proprio dei Carabinieri.
E’ una indagine articolata e complessa caratterizzata da una serie di accertamenti effettuati presso l’I.N.P.S. di Perugia, l’ufficio postale competente e che tra le altre cose vede anche una serie di testimonianze raccolte ad hoc tra i congiunti dell’uomo.
La ricostruzione fatta dai militari della Stazione di Bettona permette di ricostruire in ogni suo aspetto la vicenda che ha visto l’uomo, cancellato per irreperibilità dal comune di Cannara ove risiedeva da circa quattro anni, percepire sino alla data odierna l’assegno sociale mensile che, come richiesto dall’interessato veniva puntualmente accreditato sul suo libretto giacente presso l’ufficio Postale di Cannara.
A dare il giusto risalto alla vicenda c’è anche un altro aspetto: in un’ottica di spending review, di crisi generale e di tagli ai settori della Pubblica Amministrazione, c’è chi ancora pensa, pur avendo fatto rientro in Marocco dal 2012, di conseguire un indebito quanto ingiusto profitto ai danni del resto della comunità.
Le indagini dei militari coordinati dal Maggiore Marco Sivori hanno fatto luce su un caso di malcostume che, stando alla ricostruzione di carabinieri, investirebbe tanto l’uomo quanto i suoi familiari, perfettamente a conoscenza della totale assenza di requisiti da parte del capo famiglia ai fini dell’erogazione del contributo. Questi avrebbero infatti sostenuto la fittizia presenza dell’uomo sul Territorio Nazionale pur di continuare a beneficiare di tali erogazioni da loro usate in tutto o in parte per fronteggiare le spese dell’intero nucleo familiare rimasto in Umbria (bollette della luce, acqua, gas e pagamento del canone di locazione dell’appartamento dagli stessi occupato).
Ed è stata proprio una scintilla scoccata per la contesa dell’agognato ”bottino” a determinare l’intervento dei militari della Benemerita che dopo i dovuti accertamenti hanno segnalato alla magistratura l’intero nucleo familiare reo di aver indebitamento percepito circa 20.000 euro nel corso degli ultimi anni.
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