Aeroporto, comune Assisi ha versato quasi 77 mila euro
L’amministrazione comunale di Assisi ha sempre creduto, e continua a farlo, nello sviluppo dell’aeroporto “San Francesco d’Assisi”.
Lo ha detto e ripetuto in tutte le occasioni, in tutte le assemblee della Sase (la società che gestisce lo scalo) a cui ha partecipato in qualità di socio. E lo ha anche dimostrato aumentando la propria quota di partecipazione al capitale sociale passando dal 2,21 al 4,83 nonché votando positivamente i bilanci e il piano di risanamento e sviluppo.
Mancato pagamento quote aeroporto da parte del Comune di Assisi
Così come ad oggi l’amministrazione ha sempre versato la propria quota, la propria parte di risorse per ripianare le perdite e addirittura sottoscrivendo ulteriori azioni per un totale di quasi 77 mila euro.
Questa è la situazione dei fatti.
In più occasioni il Comune ha chiesto alla Sase di conoscere l’entità del contributo al piano industriale, i criteri in base ai quali viene stabilito l’ammontare, quindi il fondamento del titolo contributivo e la destinazione dello stesso. Ed ha ragionevolmente chiesto di non portare al voto del consiglio comunale un ‘contributo a scatola chiusa’ ma di poter dire come tale contributo potrà essere indirizzato, con particolare riferimento alle rotte di incoming turistico.
In merito a questi punti la Sase non ha mai risposto mentre sulla stampa venivano sbandierate cifre e di recente è pervenuta una lettera informale della presidente della Regione Donatella Tesei con cui si sollecita il contributo di “circa 250 mila euro”. La Regione non figura tra i soci della Sase e quindi appare discutibile la legittimità della missiva, ma anche in questo scritto si parla genericamente del contributo, di una cifra approssimativa di denari pubblici che il Comune dovrebbe versare.
Va inoltre sottolineato che il Comune, una volta acquisiti tutti i dati, dovrà deliberare in sede di consiglio comunale perché, come è noto, si tratta di impiegare risorse pubbliche.
Sia ben chiaro: il Comune di Assisi non ha alcuna intenzione di non adempiere al proprio dovere di socio, ma essendo denaro pubblico, dei cittadini, vuole essere completamente trasparente nell’erogazione.
A oggi, nonostante i numerosi solleciti da parte del comune di Assisi, la Sase non ha mai risposto sulla quantificazione e sulla qualificazione del contributo.
Infine appare paradossale quanto riporta la stampa relativamente a dichiarazioni del presidente della Sase Panato che dopo aver espresso apprezzamento per aver ricevuto 13,5 milioni da Sviluppumbria (Regione) e Camera di Commercio, pone in dubbio l’attuazione del piano industriale se non dovesse ricevere i 250 mila euro dal Comune di Assisi! L’amministrazione comunale di Assisi si aspetta una smentita sul punto dal presidente Panato, dovendo altrimenti spiegare cosa ci fa con i 13,5 milioni e come mai la quota di Assisi sarebbe oggi pregiudicante.
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