(assisioggi.it) ASSISI – La chiusura del corso di laurea sul turismo diventa un mistero e dalla lettura dei verbali (pubblici), del Consiglio della Facoltà di Economia dell’Università di Perugia, emergo elementi di “forte perplessità”: si citano 37 studenti al primo anno quando, invece, sono 64 (auspichiamo verifiche “fisiche” anche perché é difficile nascondere le persone); si parla del corso di Assisi come di “un ramo secco” ove “si é fatta poca ricerca” (quando, invece, é il primo corso di laurea nato in Italia sul turismo e, proprio ad Assisi, sono nate le prime ricerche, prese a modello in economia del turismo, e la prima collana di libri edita da FrancoAngeli); ultimo elemento si citano 520.000 € che sarebbero stati “dirottati all’Ateneo in modo apparentemente non corretto” (quando, invece, erano destinati al Centro Studi sul Turismo e alla sede di Assisi): su quest’ultimo punto addirittura, nella seduta successiva, si chiede di correggere il verbale per eliminare la frase riportata (tutto questo fa emergere molti dubbi da verificare).
Tali verbali, ufficialmente acquisiti agli atti del ricorso al TAR Umbria (che sarà discusso a settembre), sono di una così evidente contraddizione da richiedere una valutazione, ben oltre gli aspetti civili, da parte dei legali del Comune di Assisi. Si ritiene che il Ministero Ricerca, Istruzione e Università su questa vicenda debba aprire, in tempi rapidi, “una verifica” e auspichiamo che le componenti istituzionali, socio economiche e culturali dell’Umbria si attivino per riparare, con la riapertura delle iscrizioni al primo anno, ad una decisione che a questo punto é “inaccettabile” (Foto, una delle Proteste con l’Occupazione del Cavalcavia sulla Strada Statale).
Credo che la decisione di chiuderlo sia stata saggia.