
Critiche all’amministrazione: “Nulla di quanto promesso fatto”
La Lega di Assisi accusa – La Lega di Assisi lancia un duro atto d’accusa contro l’amministrazione comunale uscente, colpevole, a suo dire, di aver completamente trascurato la zona montana del territorio. Un’area ricca di potenzialità ambientali, turistiche e culturali che, secondo la sezione locale del partito, versa oggi in uno stato di abbandono e degrado a causa dell’inerzia istituzionale protrattasi negli ultimi otto anni.
Il rilievo mosso è chiaro: in questo lungo arco di tempo, l’amministrazione comunale ha avuto la possibilità e le risorse per intervenire in modo deciso su una porzione importante del territorio, ma non ha prodotto risultati tangibili. A conferma di ciò, la Lega cita la situazione dell’Associazione Pian della Pieve, la cui struttura rappresenta, secondo il partito, un esempio emblematico dell’inerzia amministrativa: promesse disattese e nessun progetto portato a compimento, con la conseguenza di una paralisi funzionale che penalizza cittadini, escursionisti e operatori del settore.
I pochi interventi registrati, afferma la Lega, avrebbero avuto natura sporadica e un fine esclusivamente elettoralistico, privi cioè di una visione a lungo termine o di una strategia strutturale di sviluppo e valorizzazione del comprensorio montano. L’accusa è dunque di aver agito con scarsa coerenza tra proclami e azioni concrete, mancando l’obiettivo di restituire dignità a un patrimonio naturale che dovrebbe essere fulcro di attrazione turistica e presidio ambientale.
Per rimediare a questa situazione, la Lega propone un piano di intervento articolato, basato su manutenzione costante e investimenti mirati. A partire dalla rete viaria, che include sia le arterie principali che le strade minori di collegamento tra le diverse località montane, la cui percorribilità è ritenuta essenziale per garantire accessibilità e sicurezza a residenti e visitatori. La manutenzione regolare della viabilità è vista come condizione preliminare per rilanciare qualsiasi attività legata alla montagna.
Altro nodo centrale è il sistema idrografico, per il quale si richiede un’attenzione particolare, sia in termini di pulizia che di regimazione delle acque, al fine di prevenire dissesti idrogeologici e fenomeni alluvionali. La gestione dei corsi d’acqua viene indicata come un compito non rinviabile, da affrontare con continuità e non con azioni occasionali o di emergenza.
Sul fronte ambientale, la Lega pone l’accento sulla necessità di una cura sistematica dei boschi del Monte Subasio, puntando sulla prevenzione dei rischi e sulla valorizzazione della biodiversità. Viene sottolineata l’importanza di un approccio che combini tutela ambientale e fruizione sostenibile, capace di garantire la conservazione delle specie autoctone e di reintrodurre quelle scomparse, salvaguardando nel contempo le varietà attualmente minacciate.
Il Parco del Monte Subasio, secondo il partito, dovrebbe tornare ad essere uno spazio realmente vivibile e attrezzato, accessibile a tutti in condizioni ottimali. Per farlo, si ritiene essenziale intervenire sul sistema dei sentieri, oggi in gran parte scomparsi o invasi dalla vegetazione. Il recupero della rete escursionistica è considerato un obiettivo primario, da raggiungere con la collaborazione delle associazioni del territorio e con un impegno costante da parte delle istituzioni.
La fruizione del parco, secondo la Lega, deve essere incentivata attraverso la creazione di aree apposite per attività ricreative, sportive e naturalistiche, rivolte a un pubblico ampio e variegato: dagli escursionisti ai cicloturisti, da chi cerca relax a chi pratica discipline outdoor. Il tutto, naturalmente, nel rispetto dei vincoli imposti dalla normativa sulle aree protette.
La posizione espressa dalla Lega è netta: non servono nuove promesse, ma interventi concreti, pianificati e sostenuti da un disegno strategico chiaro. Il tempo delle parole, afferma il partito, è ormai scaduto. Occorre invece restituire dignità a una porzione significativa del territorio assisano che, se adeguatamente valorizzata, potrebbe diventare un modello di sviluppo integrato tra ambiente, turismo e comunità locale. La montagna, conclude il partito, non è un problema da gestire occasionalmente, ma una risorsa da coltivare con visione e responsabilità.
Ma alla pianura quando ci pensate? Voi credete che solo la montagna merita rispetto ma abitare nel luogo più basso del comune (appena 180 metri sopra il livello del mare) pensate che sia semplice? Ad ogni acquazzone allagamenti e tombini e fossi chiusi non vi dice niente? Il lacus umbro era da queste parti, e meriterebbe essere ricordato e la strada che dobbiamo percorrere l’avete vista come è ridotta? altro che le strade di montagna!!!