I più deboli rischiano di essere scartati, Di Maolo, problema di giustizia
da Francesca Di Maolo
ASSISI – Non è più solo un problema di salute, ma un problema di giustizia! I malati, i disabili, gli anziani, insieme a tutte le persone fragili in questo momento rischiano di essere “gli scartati” di una società veloce che punta sempre all’efficientismo.
ASSISI – Non è più solo un problema di salute, ma un problema di giustizia! I malati, i disabili, gli anziani, insieme a tutte le persone fragili in questo momento rischiano di essere “gli scartati” di una società veloce che punta sempre all’efficientismo.
Chi sono gli ultimi degli scartati? Chi i più poveri tra i poveri? C’è una nuova epidemia nella società, dalla quale tutti scappano e della quale nessuno vuole occuparsene nel timore di esserne contagiato. È la malattia psichica, il grande male del secolo, quella che allontana, impoverisce e sulla quale si abbatte uno stigma inesorabile.
La crisi economica, la mancanza di lavoro, l’aumento della povertà e della disoccupazione stanno determinando un peggioramento significativo dello stato di salute delle persone e in ogni Paese. L’Oms ha lanciato l’allarme depressione.
Nel 2020 soffriranno di depressione 322 milioni di persone. C’è poi la condizione giovanile. Tra i giovani il suicidio è la prima causa di morte dopo l’incidente stradale.
La genitoria fragile, la crisi della famiglia, l’infanzia abusata e le nuove dipendenze stanno determinando uno scenario socio sanitario sconcertante e al quale sembra che tutti siano impreparati. Anche la disabilità oggi ha una nuova connotazione. Aumentano fortemente i disturbi comportamentali nell’età evolutiva.
In tale nuovo contesto per chi opera in prima linea nell’ambito della sanità e’ a dir poco sconfortante vedere quanta poca attenzione la politica riservi ai nuovi bisogni di salute.
Le famiglie sono sempre più sole. Genitori di figli con disturbi comportamentali, psichici e dello spettro autistico non sono adeguatamente sostenuti. La risposta alla malattia del secolo non può essere semplicemente farmacologica. La malattia psichiatrica non colpisce solo il corpo, colpisce l’anima e l’intera famiglia.
Nella mia esperienza al Serafico ho conosciuto tante madri straordinarie che avevano girato ovunque alla ricerca di aiuto. Madri e padri disperati che avevano dovuto da soli affrontare le crisi aggressive delle persone che amano di più al mondo. Famiglie abbandonate mentre i propri figli rifiutavano la vita.
Che Paese è il nostro se non sa difendere le vite dei nostri giovani, il nostro futuro? Come possiamo parlare di sviluppo e di crescita se non siamo capaci di difendere la vita?
Queste persone, queste famiglie, hanno un bisogno di salute al quale non può rispondersi semplicemente sul piano farmacologico. Hanno bisogno di ritrovare le relazioni, la dimensione dell’umano. Occorrono percorsi di cura diversi che sappiano coniugare interventi sociali e sanitari con un’attenzione a tutte le dimensioni della persona. Ma siamo impreparati .
Per i percorsi di cura del male del secolo, abbiamo bisogno di intervenire in modo deciso: sulla cultura, sull’educazione, sui valori della persona.
L’impegno delle tante strutture sanitarie non basta. Abbiamo bisogno di una politica forte e di politici attenti ai bisogni reali della gente! Una politica che non sia ostile alla persona. Nella mia esperienza in ambito sanitario non conto più i ricorsi giudiziari che molti genitori hanno dovuto presentare per vedersi riconosciuti percorsi di cura appropriati per i loro figli.
Ancora una volta una magistratura supplente alla politica e con aggravio di costi per famiglie già tanto provate dalla vita. Questo avviene, purtroppo, non perché si è in una situazione di crisi economica, ma perché la politica rimane immobile su se stessa, incapace anche di applicare le leggi che ci sono già . A volte passano decenni prima di attuare a livello regionale delle linee di indirizzo ministeriale.
Questa è la politica ostile alla persona, quella che non ha rispetto neanche del dolore della condizione umana.
Le forti diseguaglianze della società, sempre più marcate, stanno causando diseguaglianze di salute. Si, la salute e’ diseguale (Michael Marmot). La salute non è uguale per tutti. Le persone più povere, senza lavoro e con scarsa istruzione sono anche le più svantaggiate in termini di salute.
Questo rende il problema ancora più complesso. Per combattere la malattia del secolo, non abbiamo bisogno solo dell’impegno personale e di un buon sistema di sanità pubblica, ma di una politica a 360 gradi che sappia mettersi al servizio delle persone e che sappia combattere le disuguaglianze e creare opportunità per tutti.
Il male del secolo non è solo un problema di salute, ma un problema di giustizia!
Commenta per primo