ASSISI (PERUGIA), 03 DIC – Erano in tanti a chiedersi e a chiederci cosa avesse provato e detto il Santo Padre a San Francesco davanti la tomba del Poverello lo scorso 4 ottobre. Ebbene, una signora di una parrocchia romana ha avuto la prontezza e la familiarità di porre questa domanda al Papa che con altrettanta familiarità ha risposto: “Ho chiesto il dono della semplicità per me e per tutta la Chiesa”.
Nell’editoriale della rivista San Francesco di quel giorno avevamo scritto: “Forse non sapremo mai cosa si diranno i due protagonisti nella cripta… forse Papa Francesco gli confiderà le sue preoccupazioni”. A distanza di due mesi abbiamo finalmente appreso la forza e il significato di quell’intenso e storico incontro: la semplicità.
Il dono chiesto a San Francesco è una bellissima parola che deriva dal latino sine plica: senza piegaproprio a sottolineare la naturalezza e la spontaneità evangelica, quella che Gesù desiderava dai suoi discepoli: ‘se non diventerete come bambini…’ (Matteo 18,1-3), proprio il poverello di Assisi è stato e si è definito ‘uomo semplice…'(FF. 1478).
E’ questa la nota di padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, apparsa sul sito www.sanfrancesco.org
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