ASSISI, ANTONELLA DEJURE, PAPA FRANCESCO E SANTA CHIARA DA MONTEFALCO

Papa Francesco ad Assisi
Papa Francesco
Papa Francesco

(assisioggi.it) ASSISI – Papa Francesco al Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, il 17 giugno 2013 ebbe a dire: “Ma alcuni, poi, pensano che il messaggio di Gesù sia destinato a coloro che non hanno una preparazione culturale. No! No! L’Apostolo afferma con forza che il Vangelo è per tutti, anche per i dotti. La sapienza, che deriva dalla Risurrezione, non si oppone a quella umana ma, al contrario, la purifica e la eleva.

La Chiesa è sempre stata presente nei luoghi dove si elabora la cultura. Ma il primo passo è sempre la priorità ai poveri. Ma anche dobbiamo andare alle frontiere dell’intelletto, della cultura, nell’altezza del dialogo, del dialogo che fa la pace, del dialogo intellettuale, del dialogo ragionevole.

E’ per tutti, il Vangelo! Questo di andare verso i poveri non significa che noi dobbiamo diventare pauperisti, o una sorta di ‘barboni spirituali’! No, no, non significa questo! Significa che dobbiamo andare verso la carne di Gesù che soffre, ma anche soffre la carne di Gesù di quelli che non lo conoscono con il loro studio, con la loro intelligenza, con la loro cultura. Dobbiamo andare là!”.

Proprio in questa prospettiva indicata da papa Francesco che si colloca la vicenda delle Clarisse dell’Osservanza di cui Antonella Dejure offre un tassello importante per una maggior comprensione della loro vicenda culturale e spirituale. L’uso del volgare investe il mondo francescano del XV secolo in modo talmente capillare […]: è stato infatti da tempo acclarato che il canale dell’Osservanza ha contribuito notevolmente alla diffusione del volgare e alla italianizzazione […] Nello stesso tempo la valutazione della fisionomia linguistica […] ha permesso anche di ricostruire le complesse vicende intellettuali nascoste dietro i singoli testi, realizzati spesso in questa fase attraverso una stretta collaborazione tra Minori e Clarisse de Observantia. […]

È da ritenere perciò che in questa situazione di divisione e in una fase in cui l’interpretazione della figura di Chiara da Montefalco non era ancora cristalizzata, ma anzi contrastata ed aperta ad acri polemiche, gli Osservanti abbiano voluto presentare “come una di loro – modello anticipatore del Secondo Ordine dell’Osservanza, la cui gestione si colloca proprio intorno alla metà del secolo – la dolce e fiera santa motefalchese, facendo risaltare attraverso la Legenda in volgare alcuni tratti della sua spiritualità e della sua vita particolarmente vicini alle radici francescane.

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