Papa Francesco, padre dei poveri, piccoli e poveri per raggiungere il cielo Senza forzature può essere applicata anche a papa Francesco – che il 4 agosto ha visitato la Porziuncola in occasione dell’ottavo Centenario del Perdono d’Assisi – la denominazione “padre dei poveri” data all’Assisiate dalla liturgia. Infatti conseguenza della canonizzazione di Francesco d’Assisi ad opera di papa Gregorio IX nel 1228, a soli due anni dalla sua morte, fu la composizione dei testi liturgici da usarsi per celebrarne annualmente la solennità il 4 ottobre. La redazione di tale opera fu affidata a frate Giuliano da Spira che in breve tempo presentò la liturgia del nuovo Santo evidenziandone le caratteristiche principali; così nell’inno per le lodi mattutine lo definisce pater pauperum, ossia “padre dei poveri” (Franciscus Liturgicus, a cura di F.Sedda con la collaborazione di J.Dalarun, Padova 2015, p.77).
Tale aspetto che caratterizza il pontificato di Bergoglio e la celebrazione della santità di frate Francesco ebbe una posterità particolare nei frati Minori, come mostra il racconto con cui Tommaso da Eccleston conclude l’opera L’insediamento dei frati minori in Inghilterra: «Un certo Giovanni, uomo di grande valore nel mondo perché grande di statura e provvisto di beni, ma semplice per poca istruzione, indossato l’abito e fatta la professione nell’Ordine, esercitò fino alla vecchiaia l’ufficio di portinaio.
Questi, poco prima di morire predisse con certezza l’ora del suo decesso, dicendo che egli doveva salire in una sola notte un monte molto alto; ma quando era arrivato a metà, arrampicandosi con le mani e i piedi, sfinito disperò di poter andare più avanti; ed ecco, molti fanciulli, saltellando di gioia e con il volto molto allegro, gli gridarono dalla cima: “Ehi, frate Giovanni, perché ti fermi? Sali!”.
E subito alcuni lo presero per le braccia, altri per la corda e altri per le maniche, e lo trassero su allegramente fino in cima alla montagna. “Io credo, egli disse, che i piccoli e i poveri che io ho sfamato alla porta con i resti della mensa dei frati, mi aiuteranno a raggiungere il cielo”; e così dicendo, spirò nelle mani del Salvatore».
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