Bartali, eroe del ciclismo e della memoria ad Assisi

Bartali, eroe del ciclismo e della memoria ad Assisi
Gino Bartali

Evento speciale al Museo con la nipote Gioia Bartali

Nel pomeriggio di lunedì 5 maggio, il Museo della Memoria di Assisi ha ospitato una cerimonia commemorativa per il venticinquesimo anniversario della scomparsa di Gino Bartali, figura emblematica del ciclismo italiano e Giusto tra le Nazioni per il suo impegno nella salvezza di centinaia di ebrei durante la Seconda guerra mondiale. L’iniziativa si è svolta nel Santuario della Spogliazione, nella centralissima piazza Vescovado, e ha visto la partecipazione della nipote Gioia Bartali e del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e Foligno, monsignor Domenico Sorrentino.

L’incontro è cominciato alle 15.30 con l’accoglienza dei partecipanti all’interno del percorso espositivo del Museo, che da anni custodisce e racconta le storie di chi ha contribuito a salvare vite umane tra il 1943 e il 1944. Alle 15.45, Gioia Bartali ha preso la parola per condividere ricordi e testimonianze legate alla figura del nonno, tracciando un profilo umano e morale del campione, ben oltre i successi sportivi. Un dialogo che ha permesso di restituire al pubblico la profonda integrità di Bartali, il quale, sfruttando la sua notorietà, portava documenti falsi nascosti nella canna della bicicletta per aiutare gli ebrei perseguitati a fuggire dai rastrellamenti.

Il momento culminante dell’iniziativa è stato la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Sorrentino, all’interno della Cappellina privata dedicata a Santa Teresina del Bambin Gesù. Questo spazio di raccoglimento, appartenuto a Bartali, è stato donato al Museo nel 2018 dalle nipoti Gioia e Stella Bartali e oggi rappresenta una tappa significativa nel percorso di visita. Proprio in questa cappellina si era tenuta, nel 2020, una messa celebrata in diretta streaming durante il lockdown, offrendo così alla famiglia e ai tanti estimatori del campione la possibilità di unirsi nel ricordo anche a distanza.

La commemorazione ha rappresentato non solo un omaggio al corridore che conquistò tre Giri d’Italia e due Tour de France, ma anche e soprattutto al cittadino che, mettendo a rischio la propria vita, agì in silenzio per salvare quella degli altri. Gino Bartali non cercò mai pubblicità per ciò che fece durante il conflitto, e solo molti anni dopo la sua morte la sua attività clandestina fu riconosciuta ufficialmente dallo Yad Vashem, che nel 2013 gli conferì il titolo di “Giusto tra le Nazioni”.

Durante l’incontro al Museo della Memoria, la direttrice Marina Rosati ha ribadito l’importanza di tramandare il messaggio di uomini come Bartali alle nuove generazioni. L’ex ciclista toscano, ha sottolineato Rosati, incarna il valore della responsabilità civile e della solidarietà, proponendosi come modello per i giovani in un tempo che rischia di smarrire i punti di riferimento. Le parole della responsabile del Museo hanno rievocato anche la particolare atmosfera del 5 maggio 2020, quando, nonostante le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, la memoria di Bartali fu mantenuta viva grazie a una celebrazione trasmessa online, che coinvolse spiritualmente numerosi spettatori in tutta Italia.

Il Museo della Memoria di Assisi, allestito all’interno del Santuario della Spogliazione, si è ormai affermato come uno dei principali luoghi di riflessione storica e culturale legati alla Shoah e alla Resistenza italiana. Inserendo la cappellina di Bartali nel suo itinerario, il Museo ha voluto sottolineare il legame profondo tra sport e valori etici, testimoniando come anche attraverso una bicicletta si possa fare la differenza.

L’evento del 5 maggio si è inserito in un calendario più ampio di celebrazioni e iniziative in ricordo dei Giusti e delle figure che, con gesti concreti, contribuirono alla salvezza di intere famiglie durante i periodi più bui del Novecento. La figura di Bartali rimane emblematica non solo per ciò che ha compiuto, ma per il modo in cui lo ha fatto: senza clamore, con coerenza e fede incrollabile. La sua bicicletta, oggi simbolo di coraggio civile, continua a ispirare chi crede nella possibilità di costruire una società più giusta attraverso l’impegno quotidiano e la memoria.

La presenza di Gioia Bartali ha conferito all’iniziativa un valore affettivo particolare, restituendo al pubblico la dimensione familiare di un uomo che nella vita quotidiana ha saputo coniugare sport, fede e giustizia. Concludendo la giornata, i partecipanti hanno avuto modo di visitare la cappellina e rendere omaggio a un campione che, ancora oggi, corre nel cuore degli italiani.

1 Commento

  1. Don Aldo Brunacci, vero protagonista nella vicenda degli ebrei in Assisi, smentisce categoricamente il coinvolgimento di Gino Bartali nella salvezza degli ebrei in Assisi. Anche altre fonti concordano con il Brunacci. Ci sono disponibili testimonianze audio-video dei protagonisti che confermano ! Ma come si dice: mentre le bugie fanno il giro del mondo, la verità si sta allacciando ancora le scarpe….

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