Claudio Carli, il ricordo di Umberto Rinaldi, davanti al manifesto funebre

ph Rosella Bovini

Claudio Carli, il ricordo di Umberto Rinaldi, davanti al manifesto funebre

Mi trovo impietrito davanti al manifestino funebre in piazzetta Garibaldi. Mi si avvicina alfine un signore non assisano che gentilmente si presenta come venuto in Assisi, nonostante la pandemia, per raccogliere notizie e immagini di vita di una città unica al mondo. L’incontro tra me e lui procede con domande e mie risposte.

  • Lei è assisano mi ha detto, di antica famiglia, dunque conosce bene quel nome, cioè la persona Carli Claudio? Mi vuole raccontare…?
  • E’ un mio vicino amico, artista raro, assisano verace. Il primo significativo ricordo è da bambini (io sono poco più grande di lui). Stava seduto in Borgo Aretino su quel lungo sedile alberato e tutto preso dal riprodurre su un foglio la Basilica di Santa Chiara. Appena uno sguardo e lui in silenzio. Ma quanto sei bravo, gli dico spontaneamente. Ma lui resta in eloquente silenzio. Fin da allora era ben consapevole del suo dono artistico.
  • La vita ci ha portato all’amicizia, ma quella di rispetto e non di frequentazione. Forse quella che è più profonda e vera. Il Calendimaggio spesso ci conduceva nella stessa direzione ma senza particolari contrasti, cosa rarissima in Parte de Sopra. Aveva lo studio nei locali antichi della Confraternita di San Vitale. Lo andavo a trovare, lui dipingeva ma restavamo in reciproco colloquiale silenzio.
  • Non avete fatto niente insieme, lui pittore e lei come mi ha detto musicista?
  • Racconto solo questo: la pubblicazione del CD Canti di Maggio nel 50° dell’attuale Calendimaggio. Oggi è una preziosa rarità perché vi sono presenti tutti i gruppi musicali annualmente utilizzati allora nella Parte de Sopra. Alcuni purtroppo ora disciolti… Dunque un documento storico eccezionale. Ma non le racconto per questo CD i contrasti di allora 2004 con alcuni all’interno della Parte! Il CD lo realizzammo comunque con impegni personali diversi: io la presenza dei musicisti, Ezio Ranaldi la ripresa fonica, Adolfo Broeg la riproduzione tecnica e Claudio Carli la copertina del Cd. Proprio di questa vorrei parlarle: ritrae in bianco e nero un muro di antiche pietre assisane, una delle quale mancante che offre il nido ad un piccione, il più odiato volatile dagli assisani… ma lui sta affacciato e se ne frega: continua la sua specie.

Bene: in questa copertina c’è l’ironica raffigurazione allegorica di Claudio Carli… vive nelle antiche mura di Assisi, trova casa in un semplice anfratto di muro medievale, osserva dall’alto cosa c’è sotto di lui e continua imperturbabile la sua missione di vita.   Questo è stato Claudio Carli. Un artista volutamente isolato che sapeva volare sopra le teste degli assisani migliori o peggiori. In libertà personale assoluta!

  • Ma mi dica la verità: lei, davanti a questo manifestino funebre, cosa prova oggi che vi ha lasciati?
  • Ho l’animo a pezzi… ne sento il bisogno, ma non riesco a piangere!

Dialogo fra un signore di passaggio ad Assisi e Umberto Rinaldi, davanti al manifestino funebre di Claudio Carli, 8 marzo 2021

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