Minaccia la moglie per soldi della droga: chiesto patteggio

Minaccia la moglie per soldi della droga: chiesto patteggio

Un anno e otto mesi, udienza rinviata al 13 giugno

È accusato di aver sottoposto la moglie a continue vessazioni, minacce di morte e richieste insistenti di denaro da destinare all’acquisto di sostanze stupefacenti. Un uomo di 33 anni, originario della Calabria, si è presentato ieri mattina davanti al giudice del Tribunale di Perugia, Elena Mastrangeli, nell’ambito di un procedimento penale per maltrattamenti in famiglia. La seduta si è conclusa con un rinvio: l’accordo per il patteggiamento verrà formalizzato nella prossima udienza, fissata per il 13 giugno.

Secondo le ricostruzioni condotte dalla Procura della Repubblica, coordinate dal pubblico ministero Franco Bettini, l’imputato avrebbe portato avanti comportamenti ripetuti e sistematici ai danni della consorte, creando all’interno dell’ambiente domestico una situazione definita “inabitabile”, dominata dalla paura.

Le indagini hanno messo in luce come la donna fosse costretta a vivere sotto pressione, incalzata da continue pretese economiche da parte del marito, che pretendeva denaro quotidianamente, anche più volte al giorno, per soddisfare il suo bisogno di droga. Al rifiuto della vittima seguivano minacce esplicite, in particolare riferite all’intenzione di ucciderla, accompagnate da danneggiamenti all’interno dell’abitazione, che aumentavano il clima di terrore e insicurezza.

Oltre alla violenza psicologica e alla distruzione di oggetti, la vittima era sottoposta a offese verbali gravi e ricorrenti, tali da umiliarla e sminuirla costantemente. La Procura ha parlato di un quadro di “maltrattamenti psicologici e fisici” reiterati, commessi nell’ambito di un contesto familiare segnato dall’instabilità, aggravata dall’abuso di sostanze da parte dell’imputato.

A fronte della gravità delle accuse, scrive Enzo Beretta su Il Messaggero, il pubblico ministero ha ritenuto opportuno disporre nei confronti del trentatreenne una misura cautelare, stabilendo l’allontanamento dell’uomo dal domicilio familiare. Una scelta motivata dal rischio di recidiva e dal pericolo concreto per l’incolumità della donna, considerati il comportamento passato e la condizione di dipendenza.

Nel corso dell’udienza svoltasi al Palazzo di Giustizia di via XIV Settembre, il difensore dell’imputato, avvocato Alessandro Grillo, ha formalizzato, insieme al magistrato, la richiesta di patteggiamento a una pena di un anno, otto mesi e 17 giorni. La condanna, attualmente sospesa, sarà sottoposta all’approvazione del giudice Mastrangeli, che si esprimerà nel corso dell’udienza fissata per la metà di giugno.

La vicenda si inserisce nel quadro delle attività di contrasto alla violenza domestica e alle situazioni familiari compromesse dall’uso di sostanze stupefacenti. Il caso, ora all’attenzione della magistratura perugina, conferma l’impegno delle autorità giudiziarie nella tutela delle vittime e nella repressione di comportamenti che minano la sicurezza e la dignità all’interno della sfera privata.

L’ultima parola spetterà ora al giudice, che dovrà decidere se ratificare l’intesa tra accusa e difesa.

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