Mobilitazione per il Pincio: i giovani del Serafico in campo

Il Comitato Il Pincio coinvolge i ragazzi dell'Istituto Serafico per un progetto di rinascita

Mobilitazione per il Pincio: i giovani del Serafico in campo

Mobilitazione per il Pincio: i giovani del Serafico in campo

Mobilitazione – Il Comitato cittadino Il Pincio si è attivato per ridare vita a un luogo emblematico di Assisi, il Pincio, e ha lanciato un appello agli abitanti per partecipare a questa iniziativa. Tra i sostenitori ci sono anche i ragazzi dell’Istituto Serafico, che hanno accolto con entusiasmo l’invito, diventando simbolo di un messaggio di recupero e valorizzazione di un’area storica.

La necessità di un messaggio incisivo è emersa per sottolineare l’importanza di non dimenticare il Pincio. Il comitato ha presentato il Parco Regina Margherita come uno dei Luoghi del Cuore del FAI, invitando così i cittadini a unirsi nella lotta per la sua salvaguardia. La presenza degli studenti dell’Istituto Serafico si è rivelata fondamentale, poiché rappresentano l’essenza di Assisi e, nonostante provengano da diverse regioni d’Italia, hanno trovato nel parco un luogo di socializzazione e crescita.

Questi giovani hanno lanciato un messaggio significativo: prendersi cura di un luogo equivale a prendersi cura della propria comunità e della propria esistenza. Il Pincio, un giardino pubblico realizzato nel XIX secolo dalla trasformazione della Selva dei Cappuccini, è stato per lungo tempo un punto di riferimento per gli abitanti, grazie alle sue strutture come il teatro all’aperto, il laghetto e le terrazze panoramiche. Tuttavia, il passare del tempo ha lasciato segni di abbandono, con sentieri invasi dalla vegetazione selvaggia, strutture in stato precario e spazi un tempo vibranti che ora appaiono desolati.

In risposta a questa situazione, il Comitato Il Pincio ha deciso di candidare il parco ai Luoghi del Cuore del FAI, coinvolgendo anche le nuove generazioni nella lotta per il recupero di questo spazio storico. La partecipazione dei ragazzi del Serafico ha un significato profondo, poiché il concetto di “cura” è parte integrante del loro percorso educativo. Gli studenti, grazie all’impegno di operatori e volontari, apprendono quotidianamente l’importanza dell’attenzione verso l’altro, verso l’ambiente e verso la comunità, elementi essenziali per costruire un futuro migliore e inclusivo.

La loro presenza nella mobilitazione per il Pincio non è solo simbolica, ma trasmette un messaggio chiaro: ciò che può sembrare deteriorato o trascurato può rinascere se sottoposto a un’adeguata cura. Il messaggio è parallelo alla vita delle persone con disabilità, dove il valore non è legato all’apparenza, ma alla dedizione e all’affetto che ricevono dalla comunità.

Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico, ha dichiarato: “Essere stati chiamati a testimoniare l’importanza di questo progetto è un onore per noi. I ragazzi rappresentano un simbolo di come anche ciò che sembra trascurato possa rivelare una bellezza intrinseca, a patto che venga curato con amore e attenzione”. La loro partecipazione al Pincio è un invito per la città a guardare oltre la superficie e a riscoprire il valore di ciò che è stato dimenticato.

La mobilitazione per il Pincio non è solo una questione di recupero di un parco trascurato, ma una vera e propria chiamata alla comunità per rimanere unita e attiva nella salvaguardia dei propri patrimoni culturali. I cittadini sono invitati a partecipare attivamente alla campagna, condividendo il progetto e contribuendo con il proprio voto. La candidatura del Pincio ai Luoghi del Cuore del FAI è una grande opportunità per far risaltare l’importanza di questo spazio e il suo potenziale di rinascita.

In conclusione, la mobilitazione per il Pincio è un chiaro esempio di come la comunità possa unirsi attorno a un obiettivo comune, lavorando insieme per il recupero di un luogo significativo per Assisi. I ragazzi dell’Istituto Serafico, con la loro testimonianza, hanno portato un messaggio di speranza e di cura, dimostrando che anche ciò che appare abbandonato può ritrovare vita e bellezza. La loro presenza è un segnale forte per la città, un invito a non dimenticare i luoghi che hanno segnato la storia e l’identità della comunità.

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