Carla Spagnoli, Colussi, perché licenziare 125 lavoratori a Petrignano?
da Carla Spagnoli
Com’è noto, la Colussi ha deciso di avviare la procedura di licenziamento collettivo per 125 dipendenti dello stabilimento di Petrignano d’Assisi su 450 lavoratori totali. Una vera e propria “doccia gelata”, visto anche che solo a Petrignano l’azienda ha deciso tagli così pesanti… Una decisione ancor più “paradossale”, se si pensa che la Colussi è in espansione, ha annunciato per il triennio 2017-2019 investimenti per 80 milioni di euro, ha lanciato nuovi prodotti e nel 2016 è stato il primo gruppo alimentare in Italia per crescita (⁺21,5%): ad esempio il marchio “Misura” è cresciuto del 34%! Perché allora la proprietà ha deciso di intervenire così radicalmente su Petrignano d’Assisi, che è lo stabilimento principale oltre che il cuore storico della Colussi?
I primi “sintomi di smobilitazione”ci sono stati nei mesi scorsi, con la decisione di delocalizzare a Fossano, in Piemonte, la produzione delle fette biscottate: un duro colpo per i lavoratori che hanno visto mancare ben 11 tonnellate di volumi produttivi rispetto al passato!
L’azienda ha giustificato la delocalizzazione dicendo che a Petrignano non hanno i macchinari adatti: ma i macchinari presenti non avrebbero potuto essere modificati e adattati? Perché si è scelto di portare via la produzione? Ci chiediamo anche perché l’azienda annuncia 125 esuberi (il 25% di tutto il personale) e nello stesso tempo propone ad una parte del personale di estendere l’orario di lavoro dal lunedì alla domenica, oltre che gli straordinari: se si chiede ai dipendenti di lavorare di più vuol dire che il lavoro non manca, ma allora perché ricorrere ai licenziamenti collettivi? Se si parla di 80 milioni d’investimenti, perché questi esuberi?
L’azienda stessa ha ammesso che «la situazione occupazionale non è legata a difficoltà aziendali o di business, ma conseguenza di un’attività di ricerca e innovazione tecnologica»… Cosa vuol dire…?
I posti di lavoro si potrebbero ancora salvare riportando a Petrignano le fette biscottate e altre produzioni che si possono fare qui! Gli operai chiedono solo di lavorare e alla Colussi il lavoro di certo non mancherebbe! Questa vertenza è l’ennesima in una regione come l’Umbria sempre più in crisi, che vede a rischio oltre 700 posti di lavoro, tra Perugina, Colussi, eccetera: le istituzioni locali e nazionali si rendono conto che senza lavoro l’Umbria diventerà un deserto? Lo capiscono, loro e i sindacati, che unaRegione non può vivere solo di assistenzialismo di Stato e di ammortizzatori sociali? È il lavoro la linfa vitale che dà vita ad un territorio e dignità agli uomini!
A proposito di sindacati, ringrazio l’UGL Umbria Agroalimentare per avermi gentilmente invitata al loro incontro di venerdì a Bastia Umbra proprio sulla Colussi, incontro molto interessante e propositivo. Ci risulta che le sigle più “influenti” del sindacato (CGIL, CISL e UIL) giochino da sole (come al solito): perché non marciano compatte a difesa degli operai? Non è questo il loro compito? Si vogliono ripetere gli stessi errori fatti con la Perugina?
D’altronde molti attori (come Michele Greco della FLAI-CGIL) sono gli stessi! Il ritardo delle loro azioni è lo stesso di quello della Perugina: tante chiacchiere, assemblee, tavoli e bandiere, ma si son mai chiesti qual è il vero futuro del sito, al di là delle promesse d’investimenti? Che cosa hanno fatto per impedire che l’azienda delocalizzasse la produzione delle fette biscottate?
Dov’erano allora gli stati di agitazione e gli scioperi a difesa della produzione in loco?
A differenza della Perugina-Nestlè, che non ha un “padrone fisico” ma manager non attaccati al territorio perché oggi ci sono e domani no, alla Colussi c’è un “padrone” ed è Angelo Colussi che è cresciuto e ha studiato a Perugia. Io, per quello che ho conosciuto di Angelo Colussi, per la sua serietà e attaccamento al territorio, mi auguro che non abbandoni il sito di Petrignano per una scelta puramente “logistica” ed economica e ci metta il cuore, come facevano i “padroni” di una volta… Ci affidiamo ai suoi ricordi e alla sua storia per invitarlo a non lasciare che i suoi operai, che hanno reso grande la Colussi e la sentono come loro, si trovino un domani “in mezzo alla strada”…
Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia
Speriamo che l’appello di Carla Spagnoli non cada nel vuoto e possa scuotere la coscienza di chi può….visti i risultati degli appelli dei nostri politici locali e regionali speriamo che il suo sortisca miglior effetto….comunque grazie sig.ra Spagnoli..