
Elezioni Assisi, Elsa Bettella: “A proposito di empowerment sociale”
da Elsa Bettella, Candidato al Consiglio Comunale di Assisi nella lista Movimento Mignani – Scelgo Assisi
Sono arrivata ad Assisi il 3 ottobre 2015. Avevo trovato casa in via Porta Perlici, tra San Rufino e la Rocca, un luogo di pietre parlanti. Il benvenuto è stato uno sventolio di lenzuola, appese con una corda nei vicoli, lenzuola in cui erano dipinti dei volti: quelli dei cittadini che vivono in questo borgo, ognuno con la sua tipica espressione, proprio quella che il pittore Claudio Carli aveva interiorizzato da tempo e conoscenza e che gli permetteva anche di registrare le conversazioni pomeridiane che si svolgevano con la sedia accostata al muro fuori casa.
Così questo benvenuto, in un posto senza conoscenti, era un benvenuto corale fatto di volti che sventolavano davanti al mio balcone e di parole nell’etere: le parole di quelle conversazioni pomeridiane fuori dall’uscio. Una meraviglia.
Che mi ha fatto compagnia per tutto il mese e ha rinforzato la mia scelta di vivere ad Assisi. Ho pensato che se una collettività era in grado di produrre i suoi artisti e gli artisti di amare la collettività in un dialogo continuo, qui, non mi sarei mai sentita sola. Così ho “conosciuto” Assisi, anche se da anni visitavo le sue chiese.
Dico questo perché credo sia necessario uno sforzo collettivo se si desidera che chi viene qui per chiese scopra anche il volto vero della città e decida di rimanerci almeno qualche giorno. Allora il pellegrino si trasforma in viaggiatore colto, capace di cogliere il tutto e non un solo aspetto. Basta comporre in unità tutti gli elementi che già ci sono e sottolinearli attraverso l’arte. Si tratta di ritrovare la forza della collettività che, tutta insieme, vuole esprimersi. E non solo per il turista ma per rinforzare la propria identità.
Perché un’azione di empowerment sociale riesca è necessaria la collaborazione della collettività: che si espone da un lato e dall’altro fruisce di un bene comune risistemato e rivitalizzato. Pensate se ad Assisi ci fossero artisti come Carli e altri, con le loro opere e strutture permanenti a segnare i percorsi.
Pensate alla meraviglia di vivere in un luogo dove non solo i santi e le pietre parlano ma anche l’opera del mondo moderno, con quanto di bello riesce a esprimere, tra le pietre e i santi, segnando percorsi di arte e artigianato. Quali percorsi? Io ne so contare almeno quattro a scendere tra la Rocca e San Francesco e altri trasversali che sono piccole enclave di fascino.
Credo che un percorso artistico segnato da opere di artisti o di artigianato artistico locale, permanenti o semipermanenti, possano ridare a questa città il fascino che già possiede per intero e che forse si è solo appannato per l’abbandono del centro storico e per quel po’ di scoramento dovuto a un turismo a ore che passa e acquista giusto un piccolo magnete da frigorifero.
Questione di soldi? No, questione di idee e buona volontà. E come dimostra, ogni anno, il Calendimaggio, Assisi ha una e l’altro, ha tutti i requisiti per potere esporre la sua arte e il suo artigianato. È importante ritrovare la passione per il vero artigianato artistico (pensiamo alla pittura, al tessile e al ricamo per esempio) e il desiderio di mostrare la ricchezza di una civiltà antica che si merita il made-in-Assisi.
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