Familiari Davide Piampiano chiedono presa di posizione dei cacciatori
Con l’avvicinarsi della nuova stagione venatoria, i familiari e gli amici di Davide Piampiano, il giovane tragicamente ucciso in un incidente di caccia, esprimono la loro preoccupazione e chiedono una presa di posizione da parte della comunità dei cacciatori. In particolare, si rivolgono al cacciatore Piero Fabbri, il cui fucile ha sparato il colpo mortale otto mesi fa, nella zona del fosso delle Carceri, nell’area del monte Subasio.
In una lettera aperta con la firma iniziale della sorella di Davide, Valeria, viene enfatizzato come Davide fosse entusiasta dell’imminente riapertura della caccia, vedendola come un momento di svago, aggregazione e condivisione di esperienze con gli amici cacciatori. Tuttavia, la lettera sottolinea il comportamento di Piero Fabbri dopo l’incidente, accusandolo di aver cercato di depistare le indagini anziché chiamare immediatamente i soccorsi. Invece di assistere la vittima, Fabbri ha cercato di nascondere prove, inclusa la sua carabina e la giacca, sostenendo erroneamente che Davide si fosse sparato da solo. Questa versione è stata smentita dalle prove, inclusi i video e l’audio dalla videocamera indossata da Davide.
La lettera sottolinea anche il silenzio mantenuto da molti cacciatori della squadra di Fabbri e da altre squadre, nonché dalle diverse associazioni dei cacciatori. Questo silenzio è stato considerato inaccettabile, poiché il comportamento di Piero Fabbri ha gravemente danneggiato l’immagine dell’intera categoria dei cacciatori, un settore che queste associazioni sono incaricate di rappresentare.
Il messaggio della lettera è chiaro: chiedono una presa di posizione dai cacciatori in merito a quanto accaduto e sperano che le associazioni dei cacciatori stessi si esprimano contro il comportamento di Piero Fabbri.
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