Abbazia San Pietro di Assisi concerto del coro degli Alpini per beneficenza

Abbazia San Pietro di Assisi concerto del coro degli Alpini per beneficenza

Sabato 27 aprile ore 21 presso Abbazia San Pietro in Assisi si terrà un concerto a scopo benefico. L’evento è patrocinato dal comune di Assisi e sarà presentato dal direttore della testata “L’Alpino” L’Abbazzia è stata concessa senza costi che incideranno su quanto raccolto nella serata e il coro si esibirà gratis; pertanto l’intera cifra sarà devoluta a favore del Banco Alimentare. L’evento può essere considerato prologo del più importante evento alpino che coinvolgerà Assisi dal 25 al 27 settembre 2020 A memoria d’uomo è la prima volta di un concerto coro alpino in Assisi.

ALPINI IN LIBIA armonizzazione di Flaminio Gervasi

Parrà strano ma il battesimo del fuoco degli alpini avvenne sulle dune di un deserto lontano, dopo una traversata via mare…

Siamo in Libia e corre l’anno 1911, la battaglia è quella di Uadi Derna dove gli alpini inflissero una pesante sconfitta ai turchi.

Amor patrio, trionfalismo, violenza della guerra si annullano nel ricordo della casa e degli affetti lontani.

SCAPA OSELETO di Bepi De Marzi

Un canto d’amore per la natura, tema caro a Bepi De Marzi, così spesso violata e violentata dall’uomo. Nella dolcezza del dialetto veneto ascolterete “scapa oseleto, ciufeto, becheto de oro” che significa “scappa uccellino dal becco dorato, ciuffetto di vento” e poi ancora con estrema dolcezza e disperazione, “a te che la mamma ha insegnato a volare, a cantare, a mangiare le piccole foglie ed i piccoli vermi, tua mamma che adesso è lì, che vola vicino a te gridando, piangendo, disperata perché domattina vi uccidono…”

“scapa oseleto, ciufetobecheto de oro” …. “violino della siepe, occhietti che volano, piumetta che canta! scapa”.

FRATELLO SOLE armonizzazione Lamberto Pietropoli

È probabilmente il primo testo poetico in volgare italiano giunto sino a noi e si presenta come una “lauda” in cui il santo scioglie un commosso inno alla potenza di Dio, attraverso l’elencazione degli elementi del creato che vengono quasi invitati a unirsi in una preghiera comune.

DOVE SEI STATO MIO BELL’ALPINO Armonizzazione Gianni Malatesta

Alla domanda dell’amata l’alpino semplicemente risponde che è stato il sole della montagna. Non vuole che la sua compagna sappia quale mutamento interiore è accaduto in lui; vuole sfuggire la curiosità e vuole difendere i suoi affetti dagli orrori della guerra. Le fatiche e gli stenti della lontananza si scioglieranno e scomparirannotra le braccia dell’amata.

JOSKA LA ROSSA di Bepi De Marzi

L’intonazione di questo canto viene dal ritmo che Bepi De Marzi ha immaginato per le lontane terre di Russia. Quando i nostri soldati sono stati mandati in Russia, 370.000 uomini organizzati nella “Arm.i.r.” (ARMata Italiana in Russia), era agosto e sono passati in mezzo ai girasoli e si son fermati sulla riva del Don. Quand’è venuto l’inverno han dovuto tornare a piedi, e sono stati costretti a camminare, camminare per quasi due mesi. I pochi reduci ricordano il sorriso delle donne, l’affabilità delle ragazze e quando qualcuno moriva, andavano fuori e scavavano una fossa nella neve e là restavano i nostri uomini “fermi impalà, co i oci né la luna” … “Joska, Joska, Joska salta la mura finché la dura” Joska salta il muro e vai con loro, porta una carezza come se fosse la carezza della mamma o della morosa o della donna lascata a casa a piangere.

  RAPSODIA IN VERDE armonizzazione Bruno Pontalto

Sulle ali della musica vi accompagniamo in un tour attraverso il nostro bel paese, e non solo…  

 PORTA CALAVENA di Bepi De Marzi

Un racconto di un fatto realmente accaduto, ad Arzignano. C’è un castello sotto assedio ed i contadini tutti si rifugiano dentro le mura.Dopo mesi di assedio gli assediati sono quasi allo stremo e decidono di tentare il tutto per tutto: buttano da una torre l’avena dei cavalli e il (poco) cibo rimasto. Gli assedianti a quel punto si son detti: “se buttano il cibo, vuol dire che rischiamo di stare qui mesi e mesi…” e così hanno levato l’assedio. Da allora, ed era il 1300, si va in processione dal centro del paese fino alla vicina chiesetta di Sant’Agata e uscendo dalle mura si passa, appunto, per Porta Calavéna”.

 IO RESTO QUI di Giorgio Susana

Io resto qui: addio! Fronte russo 1942-1943 ultimo pensiero di un soldato italiano morente in terra di Russia.

Un brano struggente e malinconico di recente composizione; si racconta che le parole che compongono il testo furono scritte su un biglietto da un soldato morente dell’ARM.i.R. Chiudete gli occhi e immaginate con noi quei momenti.

 VALCAMONICA armonizzazione di Mino Bordignon

E’ tipico nelle vallate alpine, quando ci si ritrova, intonare canti tradizionali. La musica è legata alla vita quotidiana e serve a sfogare la tristezza o ad allietare gli animi. Si canta dell’amore e delle sue pene, del tempo presente e dei ricordi del passato, della natura, dei fiori… se ascoltate attentamente sentirete anche il vento soffiare.

 NOKINA’ di Bepi De Marzi

Katia Bleier, ebrea sopravvissuta ad Auschwitz ha raccontato a Bepi De Marzi che le mamme ebree andavano in fila verso le camere a gas con i capelli rasati, nude, con i loro bambini in braccio, carezzando la disperazione con due piccoli suoni ninaaà, ninaà….

Il Coro Alpino Orobica nasce a Varese nel 1987 in occasione del primo raduno dei coristi in congedo del Coro Brigata Alpina Orobica; fautore di entrambi i gruppi, militare e civile, fu Don Bruno Pontalto, che diresse il Coro fino al 2 luglio 2016, data della sua scomparsa.

Il Coro, composto da circa 40 elementi provenienti da diverse provincie lombarde, propone brani della tradizione alpina, religiosi e popolari, l’esecuzione è caratterizzata da dinamismi e sonorità che hanno reso il Coro Alpino Orobica unico nel suo genere, numerosi ed importanti sono i premi ed i riconoscimenti ottenuti.

Piacere di ascoltare la musica, dare lode a Dio, agli eroi, dare voce a chi non ce l’ha; questi gli intenti del Coro nella convinzione che cantare non è fine a sé stesso: cantare serve a pensare, a meditare sul passato per vivere meglio nel presente. Cantare serve a ritrovare il gusto di stare insieme dentro una società dove si è imparato a fingere di star bene da soli.

 Il Banco Alimentare nasce nel 1989 dall’incontro tra il Cav. Danilo Fossati,fondatore e Presidente della Star,e Monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione.

Il primo desiderava non “buttar via” prodotti alimentari ancora buoni e non scaduti, invenduti e stoccati nei suoi magazzini, il secondo desiderava una esperienza di carità verso i bisognosi. Dopo trent’anni il Banco Alimentare è presente in tutte le Regioni d’Italia e giornalmente aiuta più di 1.500.000di persone povere attraverso oltre 8.000 Strutture Caritative convenzionate. Nel 2018 la Rete Banco Alimentare ha consegnato gratuitamente 81.686 tonnellate di alimenti grazie all’aiuto di 1.790 volontari.

In Umbria, l’Associazione Banco Alimentare dell’Umbriaè presente dal 1996 e grazie al lavoro giornaliero di 70 volontari è stata in grado nel 2018 di raccogliere 1.104 tonnellate di alimenti e di distribuirle, attraverso 186 Strutture Caritative, a più di 17.000 persone bisognose.

 Il Gruppo Alpini Umbrianasce nel 2001 dalla fusione dei Gruppi Perugia e Terni ed è uno dei successi dello spirito alpino: il campanilismo cede il passo al piacere di stare assieme ritrovandosi da nord a sud da est a ovest sotto il motto che contraddistingue il nostro striscione:  “Poche fiamme ma verdi come il cuore d’Italia l’Umbria”, il Gruppo è intitolato al Ten. Bruno Spagliccia che combatté con onore nella tragica battaglia dell’Ortigara nel giugno del 2017 poi, avendo abbracciato con entusiasmo lo spirito costitutivo dell’ANA e avendo partecipato ai raduni dell’Ass.na Naz. Alpini ispirò, e fu tra i fondatori, nel 1949, del Gruppo Alpini Perugia.

Il ‘Gruppo Umbria’ è l’unico in Italia a portare il nome di una Regione, è inquadrato nella Sezione Firenze dell’Associazione Nazionale Alpini ed annovera sul Gagliardetto due Medaglie d’Oro al VM la prima al Serg. Novenio Bucchi gravemente ferito durante la guerra 15/18 e, la seconda al Ten. Lorenzo Brosadola disperso sul Fronte Russo.

Il Gruppo Alpini Umbria ha saputo trasformare lo svantaggio dell’essere sparsi sul territorio regionale in una risorsa permettendo la possibilità di essere attivo in contemporanea in numerose realtà territoriali anche separate da molti chilometri.

Il Gruppo ha l’onere e l’onore di organizzare, con il supporto di tutta la Sezione, il raduno del 4° raggruppamento dell’ANA – Sezioni del centro sud – che si terrà in Assisi nei giorni 25-26 e 27 settembre 2020.

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