Assisi, Basilica superiore proibita ai diversamente abili
dal Corriere dell’Umbria, una lettera di Mamma Angela da Como
ASSISI – Il 26 giugno intorno alle 13.30 io, mio marito e mia figlia disabile su sedia a rotelle ci siamo recati con fede e passione a visitare la Basilica di San Francesco ad Assisi. In principio siamo entrati nella parte inferiore senza problemi ed è stato possibile tramite un ascensore interno al convento avvicinarci anche alla tomba del Santo, che si trova nel luogo sottostante la chiesa. Dopo aver dedicato preghiere e amministrazione ci siamo recati all’esterno per poter andare nella Basilica Superiore.
Valutando che oltre la scala non vi era accesso diverso, abbiamo chiesto come si poteva raggiungerla e molto gentilmente ci hanno comunicato che bastava chiedere ai militari di guardia. Sul luogo di controllo e sicurezza ci hanno indicato dove era possibile entrare senza barriere architettoniche. Peccato che per giusti motivi di sicurezza hanno transennato l’accessibilità per disabili dando informazione ai militari di guardia che, in caso di necessità, i carabinieri sarebbero intervenuti per poter dare accesso.
Malgrado questi disguidi abbiamo accettato con pazienza di attendere l’arrivo dei carabinieri per dare modo a nostra figlia di poter entrare, pregare, adorare ed ammirare la Basilica in tutto il suo splendore. Attendiamo circa 20 minuti l’arrivo dei responsabili e sollecitiamo i militari di guardia che ripetono la chiamata ai carabinieri. Passano altri 20 minuti di attesa sotto un sole cocente e ancora nulla.
Mio marito infastidito e toccato nel cuore ad un certo punto scavalcando e oltre passando le transenne si dirige verso la Basilica in difesa della dignità di nostra figlia con gli occhi puntati dei militari che lo invitano a non permettersi. Lui che caparbiamente si dirige verso la Guardia della parte Superiore chiedendo di permettere l’entrata senza barriere e costui che risponde. “Signore ha ragione ma io non posso fare nulla mi spiace. Vuole un consiglio? Le sposti lei ste transenne!”
Abbiamo dovuto rinunciare davanti a cittadini increduli che ci hanno sostenuto nella ragione davanti ai militari. Alla fine abbiamo dovuto decidere di andarcene essendo noi di Como e dovendo ritornare per adempiere ai nostri doveri… perché noi siamo persone serie e concrete…due qualità che mia figlia non ha riscontrato in un luogo sacro e famoso come Assisi e dove la poca sensibilità ha calpestato la sua dignità. Ci auguriamo che a breve l’organizzazione di Assisi possa trovare un addetto che oltre ad aiutare i militari nei controlli, nel momento in cui arrivi un disabile si possa “sganciare” 5 minuti per fare entrare ed uscire una sedia a rotelle e regalare un po’ di umanità collaborazione e cuore.
Ad Assisi nessuno ha pensato ai diversamente abili. Basti guardare i parcheggi…alcuni mancano di ascensore. È un segno di incivilità
Anche a noi è successa la stessa identica cosa….e paradossalmente anche noi siamo della provincia di Como!Ma credo che episodi così siano all’ ordine del giorno,magari non sono specializzati in articoli ma visibili nella sconcerto e nella rabbia di chi spedisce questa “accoglienza”….Io francamente non capisco cosa e perçhè non sia possibile,come lo era fino allo scorso anno ,avere un punto di controllo nella zona transenne piazza superiore…..Mentre si osanna, e senza dubbio meritatamente,la perfetta organizzazione della serata di Vasco Rossi nel megaraduno modenese…..ci si deve scontrare con questa mancanza che non solo denota una criticità organizzativa a più livelli ma che tradisce ,mi si passi il termine,quello spirito di apertura francescana di cui tanto si parla ,per raccogliere fondi,ma che poi nel concreto limita e amplifica il già non facile percorso di chi, come mio marito,ha nella disabilità motoria il suo presente.
I disabili non servono solo per i momenti di rappresentanza delle “periferie”varie…magari dovrebbero essere “serviti”da chi se ne fa ,o dovrebbe farsene carico……i poveri,gli ultimi….i disabili!!!
Siamo ad Assisi……o forse non più?????
Vorrei dire la mia: Esistono nel territorio Associazioni di volontariato che potrebbero supplire a quesa mancanza di servizio. Sono presenti i gruppi di protezione civile di Assisi, la Misericordia, l’Associazione Nazionale Carabinieri e altre. Potrebbero, queste composte da personale già qualificato e addrestrato, supplire a questya mancanza di “sensibilità” presidiando insieme ai militari i luoghi “vietati” a determinate persone.
Si purtroppo siamo ad Assisi e ho visto personalmente assisani lanciarsi in sorrisetti e battutine su persone diversamente abili….una vergogna!!!!!