Assisi, pullman non attrezzato per disabili, alunno parte in gita, ma con la sua auto

La madre farà una denuncia e si rivolgerà agli avvocati

Trieste

Assisi, pullman non attrezzato per disabili, alunno parte in gita, ma con la sua auto
ASSISI – Grazie all’amore della sua mamma e all’auto di famiglia un alunno disabile assisano è partito in gita scolastica. Ad accompagnarlo, come detto, la sua mamma e non il pullman. Questo perché l’autobus, che avrebbe dovuto portare in gita tutti gli alunni, era sprovvisto di pedana per disabili. La scuola non ha colpa, ha fatto tutto quello che doveva fare. La colpa è di qualcun altro e, a causa di questo, l’alunno che frequenta una classe del Convitto Nazionale di Assisi, non è riuscito ad andare in gita insieme ai suoi compagni nello stesso autobus.

La madre farà una denuncia e si rivolgerà agli avvocati, scrive il Corriere dell’Umbria nell’edizione di oggi. La scuola ha espletato tutto l’iter come da bando e quindi nulla le può essere imputato. L’istituto a gennaio avrebbe scritto a diverse agenzie, richiedendo un preventivo per il viaggio di istruzione a Padova e Trieste, dal 20 al 22 aprile 2017, pertanto sia l’autobus che l’hotel dovevano essere predisposti ad accoglierlo nel rispetto della normativa vigente. Il preventivo – scriveva la scuola – doveva indicare tutte le informazioni richieste secondo le modalità indicate, pena l’esclusione dalla procedura di aggiudicazione”.

La mamma mercoledì per scrupolo ha chiamato l’agenzia (la partenza era prevista per ieri) chiedendo se l’autobus fosse dotato di pedana per disabili, ma gli è stato detto che non c’era. Inutile la richiesta di trovare un autobus con pedana. L’alunno, ieri mattina mentre tutti i compagni salivano sull’autobus, è arrivato accompagnato dall’auto della mamma, e sempre con la mamma, in auto, è partito per la gita. “Siamo anche noi una parte lesa in questa vicenda  – ha sottolineato la rettrice del Convitto Nazionale, Annalisa Boni – e sin da subito ci siamo attivati con l’agenzia per capire come mai questo disguido. Ora valuteremo come agire”.

2 Commenti

  1. Ancora troppe le famiglie costrette a pagare la quota dell’accompagnatore (obbligatorio e a carico della scuola per legge), ragazzini disabili fatti salire in pullman non attrezzati o mamme che accompagnano con mezzo proprio il figlio in gita…
    La questione è davvero profonda e va ben oltre quanto di spiacevole è accaduto! “NIENTE PULLMAN PER A.: LA CLASSE RINUNCIA ALLA GITA DI FINE ANNO” è quello che avrei di gran lunga preferito leggere!
    Molto probabilmente a poco servirà affannarsi nel tentativo di attribuire responsabilità o perdersi dietro la ricerca del “colpevole”, piuttosto sarebbe opportuno fermarsi sulla peculiarità di due importanti Istituzioni, la Scuola e la Famiglia, cui spetta il compito essenziale di EDUCARE.
    Magari tra qualche giorno nei social leggeremo “Je suis A.”, scritto con superficialità da buonisti bugiardamente solidali, mentre doveroso sarebbe interrogarsi sul valore e la concreta applicazione dei termini INCLUSIONE e INTEGRAZIONE… Un Circolare Ministeriale definisce la gita “momento fondamentale di crescita nell’inclusione scolastica”, ma questa fantomatica “inclusione” avviene nel quotidiano???
    Rivolgo un invito al mondo adulto: “Torna ad assumerti importanti responsabilità e sentiti corresponsabile di fronte a certi fatti”.

  2. Non si riesce a commentare, dico solo che siamo in Italia,basta cercare un colpevole o addossare colpe dopo aver fatto il danno!!

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