
Omicidio Davide Piampiano, torna libero Piero Fabbri
Torna libero Piero Fabbri, il 56enne accusato di omicidio per la morte del ventiquattrenne Davide Piampiano l’11 gennaio scorso durante una battuta di caccia nelle campagne di Assisi.
A deciderlo è stato il Gip del tribunale di Firenze dopo che il pm toscano aveva sollecitato la revoca della misura in cella riqualificando il reato da omicidio volontario a colposo. L’indagine è attualmente coordinata dalla Procura di Firenze per questioni procedurali in quanto la madre della vittima, parte offesa dal reato, è giudice onorario del tribunale di Spoleto.
La Procura di Perugia lo aveva accusato di omicidio volontario con dolo eventuale e il gip del capoluogo umbro lo ha messo in carcere. I pm fiorentini hanno chiesto al medico legale che aveva fatto l’autopsia, Sergio Scalise Pantuso, se Davide poteva avere qualche possibilità di salvarsi con una chiamata tempestiva dei soccorsi.
Il medico ha specificato quindi che “il decesso non era evitabile né con intervento di qualunque genere, non medico, di chi era presente posto che non era possibile alcuna forma di emostasi considerando le lesioni viscerali interne, né con eventuale anticipazione di alcuni minuti dell’arrivo dei soccorritori sanitari”.
Negli atti del gip emerge tra l’altro che il reato contestato a Fabbri, difeso dall’avvocato Luca Maori, è stato riqualificato da omicidio volontario con dolo eventuale a colposo. Secondo il nuovo capo d’accusa Fabbri aveva sparato “senza intenzione” e la ferita subita da Piampiano era “di per sé idonea a cagionarne il decesso”.
Per Fabbri, finora detenuto a Perugia, i giudici hanno disposto l’obbligo di firma. Il legale ha sostenuto l’insussistenza del reato doloso e delle esigenze cautelari.
Uscito dal carcere ieri, al suo legale, l’avvocato Luca Maori, ha detto: “Non sono né contento né dispiaciuto, la cosa importante non è che io sia uscito dal carcere, ma è che un ragazzo che per me era come un figlio non c’è più. Vorrei solo che non mi considerassero come un mostro”.
L’avvocato Maori, che ha sempre sostenuto la riqualificazione dell’omicidio in colposo, dice: “Si tratta di una leggerezza, grave gravissima, imprudenza, negligenza. Ma si tratta di un reato colposo non volontario come sosteneva la procura di Perugia. Ha avuto un comportamento assurdo, sciocco, che si può comprendere solo per lo schock che ha avuto nel momento in cui si è accorto di aver colpito quello che considerava come un figlio”.
Diversa la versione della famiglia, rappresentata dall’avvocato Franco Matarangolo, secondo il quale Fabbri non avrebbe dovuto comunque sparare. Il legale intende anche chiedere ulteriori accertamenti. Fabbri era stato arrestato lo scorso 27 gennaio e rinchiuso nel carcere di Capanne con l’accusa di omicidio.
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