Omicidio di Davide Piampiano, le immagini choc registrate dalla GoPro, il racconto

Omicidio di Davide Piampiano, le immagini choc registrate dalla GoPro, il racconto

Omicidio di Davide Piampiano, le immagini choc registrate dalla GoPro, il racconto

La morte in diretta di Davide Piampiano, 24 anni, morto l’11 gennaio al Fosso delle Carceri ad Assisi. E’ quanto si vede in quasi diciassette minuti di video registrati dalla telecamera GoPro accesa e calzata sul cappellino di Davide per documentare la caccia al cinghiale, che invece ha registrato la sua uccisione.

Un filmato difficile da vedere e il Quotidiano La Nazione ha potuto visionare il documento che fa parte del fascicolo d’inchiesta, a carico del ‘biondo’ Piero Fabbri, 55 anni, trasferito da Perugia a Firenze per competenza (la madre di Davide Catia Roscini è giudice onorario a Spoleto, ndr). La Nazione Umbria oggi, in un articolo a firma di Erika Pontini, ha raccontato quanto accaduto in quei minuti interminabili.

Sono le 17.10 dell’11 gennaio. La GoPro riprende Davide che guarda il telefonino, lo tiene sulla destra, sull’altra una radio portatile rossa. Al minuto 3.30 si sente il colpo, il tonfo, la microcamera che inquadra il cielo. Davide urla. «Piero, Piero, so’ morto». Venti secondi dopo la voce di Fabbri: «Dove t’ho chiappato, fa vedè?».

Venti secondi dopo la voce di Fabbri: «Dove t’ho chiappato, fa vedè?». «Pensavo che era il cinghiale, non me dici niente». Al minuto 7.48 Fabbri chiama un amico: «Alessà corre, che è partita una botta da Davide».

Meno di un minuto dopo il rumore di un’arma che viene scarrellata. Emergerà poi che Piero ha scaricato il fucile di Davide ed evitare che si scoprisse che i colpi erano tutti in canna, senza mai chiamare l’ambulanza e simulando che al ragazzo era «partita una botta».

Quattro minuti dopo Davide perde conoscenza. «Apri gli occhi, dai» e il suono di ’buffetti’. Al quindicesimo la menzogna al telefono: «E’ un incidente, stava a caccia’ e gli è partita una botta». Poi la GoPro si scarica.

La procura di Perugia, diretta da Raffaele Cantone, aveva chiesto e ottenuto dal gip Piercarlo Frabotta l’arresto di Fabbri contestando l’omicidio volontario con il dolo eventuale. Poi il trasferimento a Firenze che ha riqualificato il fatto in omicidio colposo e scarcerato Fabbri pronto a patteggiare.

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