Francescani nella grande Guerra, a Santa Maria Degli Angeli una lapide in ricordo

Francescani nella grande Guerra, a Santa Maria Degli Angeli una lapide in ricordo

Francescani nella grande Guerra, a Santa Maria Degli Angeli una lapide in ricordo
da Paola Gualfetti – Alla presenza del padre Custode Rosario Gugliotta, del Ministro Provinciale dei frati minori dell’Umbria padre Claudio Durighetto, di religiose e religiosi, del prof. Giovanni Zavarella, del sindaco di Assisi Antonio Lunghi, di cittadini, è stata scoperta una lapide che ricorda lo spirito francescano dei frati del Convento della Porziuncola per il ricovero e la cura delle tante vittime del primo conflitto mondiale in questo anno centenario.

“Attraverso questa pietra – ha dichiarato il sindaco di Assisi- cittadini, ospiti, pellegrini, avranno la possibilità di vedere scolpito l’omaggio dei frati minori al loro santo fratello Francesco per averli illuminati di pietà e misericordia in uno dei più bui periodi della nostra storia.Vi si ricorda, infatti, il servizio dei frati nel supportare gli ospedali militari che, gremiti fino all’inverosimile di mutilati e feriti di guerra, necessitavano di piccoli supporti decentrati nelle varie comunità.”

“E qui si erge l’omaggio alla figura di mons. Acciari – ha dichiarato il prof. Zavarella- un francescano illustre che rivestì un ruolo fondamentale in quel servizio di assistenza concreta che vide la collaborazione preziosa delle Suore Missionarie Francescane di Gesù Bambino, insieme a personale laico. I frati minori, in prima persona, religiosi, religiose, cittadini, nel momento supremo della prova alla quale era chiamato il popolo italiano, concessero energie e servizi con abnegazione encomiabile”.

Nel momento, poi, in cui la guerra travolgeva uomini e cose- ha concluso il sindaco ff Lunghi- nella nostra Santa Maria degli Angeli, i frati minori li aiutarono, curandoli fisicamente e moralmente, mostrando il più autentico volto francescano, quello di alleviare il dolore, superando ogni brutalità di egoismi, ogni artificiosa divisione nazionale o confessionale, nel curare i nostri militi ed anche quelli nemici.

Ma questa pietra, testimonianza di azioni concrete da parte di voi francescani, un secolo fa, fa anche apprezzare la volontà di fare della religione un impegno anche sociale, in grado di restare indifferente alla politica, senza estraniarsi da essa, perché, per dirla con il nostro amato Paul Sabatier, nella previsione dei gravi flagelli che si sarebbero scatenati sopra la terra, scrisse:
“quelli che vinceranno non saranno né i più ricchi, né i più forti, né i più sapienti, né i più numerosi: saranno i migliori, coloro che arriveranno alla libertà per mezzo della rinuncia, e si faranno per puro amore i servi dei loro fratelli”.

Francescani nella grande Guerra

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