Marcia delle Libertà di Paolo Sceusa arriva ad Assisi
Partita a gennaio da Venezia, il primo febbraio è arrivata a Firenze, poi in Umbria e sabato 26 febbraio, dopo Perugia e Valfabbrica, arriverà ad Assisi. E’ la Marcia delle Libertà di Paolo Sceusa, l’ex giudice e presidente di Tribunale, che prenderà il via alle ore 13 da via del Caminaccio, nella zona periferica di San Maria degli Angeli.
“L’uomo è sempre in cammino, è alla ricerca della verità. Il cammino insegna che dopo ogni caduta, nella vita, ci si può rialzare con pari dignità”. Questo è scritto nella locandina diffusa in queste ore. All’evento autorizzato sarà presente Paolo Sceusa insieme ai suoi amici camminatori che lo hanno seguito in questi giorni.
Nel diario di marcia nr 48 del 23 febbraio 2022 Irene Zaino, giornalista professionista e cronista della Marcia delle Libertà ha scritto da Perugia: “Perugia cos’altro è se non il cuore d’Italia: distante 150 chilometri da Firenze, Roma e Ancona, 400 da Milano, Genova e Napoli. I camminatori guidati da Paolo Sceusa sono al centro della terra, là dove chiunque da nord a sud, da est e da ovest può raggiungerli per l’ultimo tratto fino ad Assisi. C’è da non pensarci due volte e partire. La fine di questo cammino iniziato a Venezia lo scorso 6 gennaio, sarà infatti la moltiplicazione di più partenze e più arrivi. Un nuovo inizio, insomma. Perché farlo? Risposta: e perché no? Se anche il non senso finisse il 31 marzo, che poi forse è il 15 giugno, che poi, forse, chissà se, magari, è settembre o dicembre. Un condizionale dietro l’altro che ipoteca le vite di tutti e non cambia niente. I motivi che hanno spinto i marciatori a mettersi in cammino sono altri. C’è da ripristinare i diritti fondamentali certo, c’è da lottare per le libertà essenziali, ma c’è anche da rivedere cosa vogliamo che sia la politica, la democrazia, l’economia, la società, la scuola di domani. Perché se siamo arrivati a tanto oggi, l’iceberg ha iniziato a crescere ieri. Basta una marcia a fare rivoluzioni? No, ma è sufficiente a provocare cambiamenti. In noi, prima che negli altri”.
Evento completamente ignorato ad Assisi, iniziando dal sindaco che ha concesso nella sua magnanimità l’area vicino alla nuova sede del CTF. La sede prescelta ha comunque avuto un significato recondito, essendo nell’antichità il luogo destinato ai lebrosari, ove uomini a cui, dopo aver contratto la malattia, veniva tolto ogni diritto, ricevendo in vita sia un funerale civile che religioso. Vi ricorda qualcosa?