
Il Presidente Ernesto Rossi
ASSISI – Un insegnante con evidenti difficoltà a ricoprire questo ruolo, perde il senso del limite e picchia uno studente. Del professore non si conosce la condizione, è ora sospeso in attesa di chiarimenti e interventi disciplinari. Il ragazzo picchiato non è omosessuale, ma la frase che lo provoca si riferisce all’omosessualità; questo è sufficiente a scatenare il tiro al piccione e la caccia alle streghe omofobe. Un caso, dove l’omofobia ce la si ficca dentro a forza evocando un clima da inquisizione. Solo, che l’inquisizione, facciamo sommessamente notare, è anche in chi non vede che omofobia ovunque; e quando si trattasse di semplice antipatia? Ormai il giudizio di omofobia è emesso.
Che non centri l’omosessualità, poco conta; l’importante è finire sui giornali e spiegare che i mandanti morali sono le associazioni familiari, rappresentanti legittimi nella società civile, che democraticamente avvertono: attenzione, dietro questa storia dell’omofobia c’è una parte di vero, ma anche una parte di falso.
C’è la volontà di introdurre politiche che si rifanno alle teorie di genere. Solo che, dicono queste associazioni preoccupate: facciamo attenzione, perché le teorie di genere sono confuse; alcuni testi dicono che si tratta di superare gli stereotipi come, per esempio, le donne nell’esercito; ma altri testi dicono che siamo donne o uomini a seconda di come ci svegliamo la mattina, che è tutto frutto di convenzioni sociali superate. Insomma, le teorie di genere sono una roba non da poco; soprattutto, non sono univoche, ne esistono diverse versioni, alcune accettabili, altre ideologiche. Davanti all’assenza di chiarezza le associazioni dicono: cerchiamo di capire di cosa trattiamo; se possibile, chiariamo a monte il dubbio parlandone là dove necessario, come a scuola, chiarendo prima i contenuti di certi insegnamenti portati a bambini e ragazzi, se per caso esprimono concetti seri o no.
Questo è un diritto legittimo dei genitori, legalmente sancito, che non può essere dileggiato con concetti puerili o intimidatori. Se non si ha nulla da nascondere se ne può parlare serenamente; anche se quando chiediamo di chiarire ci viene rifiutato il dialogo. Carissimi, il dialogo è difficile lo sappiamo, è più facile la dialettica, molto più comodo mandarsele a dire, ma sinceramente, non ci interessa lo scontro, né frontale né laterale. Stiamo cercando di organizzare un grande congresso internazionale che parli di questi argomenti con l’onestà intellettuale che meritano. Ci interessa solo la verità.
Grazie di questo comunicato chiaro e coraggioso
Articolo fazioso. Gli eventi sono appena accennati (cosa avrebbe detto il ragazzo?). Fermo restando che un insegnante non deve alzare le mani, voi dopo un accenno raffazzonato alla vicenda siete partiti in quarta con la vostra filippica pretestuosa.