
Albero monumentale del futuro al Pincio e lectio su Futuro Vegetale
da Carmine D’Argenio
Al Parco Regina Margherita e’ stato messo a dimora un albero monumentale del futuro; dall’Associazione per la Tutela degli alberi, Alberi Maestri. La stessa che all’interno della Sala della Conciliazione del Palazzo dei Priori del Comune di Assisi, ha poi ospitato il Professore Stefano Mancuso, per la Lectio Magistralis Futuro Vegetale, l’intelligenza senza cervello: una visione integrata del rapporto tra mondo vegetale, dinamiche sociali, materiali, progetto e spazio abitato e dei servizi.
Che ha inizio con “l’alba della Terra” in mostra su grande schermo. Immagine che nel ’68 disegno’ il mondo in tre colori: azzurro, bianco e verde. Quest’ultimo ovviamente è il colore delle piante. L’85% della biomassa sulla terra e’ costituita da piante. Senza cui non ci sarebbe vita. Ma noi non c’è ne accorgiamo, perché il nostro cervello ha una disfunzione cognitiva che non ve ne fa tener conto.
L’evoluzione ha fatto filtrare via ciò che era superfluo. Ai primordi, pleonastico era proprio il verde. Visto che tutto era vegetale, la selezione andava verso la specie animale. Fino ad arrivare ad oggi, che pur vedendo una parte infinitesimale, crediamo di vedere il tutto. Così non percepiamo le piante come esseri viventi. In realtà sono più sensibili degli animali.
E si muovono utilizzando l’energia dell’ambiente. Nella prima crescita, giocano, imparando le relazione sociali, come i cuccioli d’animale. Sotto esperimenti, si comportano più intelligentemente degli uomini.
Al cospetto di un albicocco, può non esser meglio un umano. Questo concetto di ‘meglio’ ci sta portando alla distruzione, quando l’obiettivo è la sopravvivenza della specie. Quest’ultima proprio grazie alle piante, ha una vita media di 5 milioni di anni. L’uomo invece sta facendo scomparire specie nel giro di anni. L’uomo che si crede più intelligente della natura, al punto di convincersi di poterne fare a meno, non è destinato ad altro che all’estinzione. Ci ha tenuto, il Professor Mancuso a render sotto gli occhi degli astanti, la necessità di cambiamento dei rapporti con gli altri esseri viventi.
Si professore mi sta tutto bene…. ma del Pincio cosa ne vogliamo fare? E soprattutto quando riapre?
Queste noi le sappiamo, chi le deve imparare è il sindaco che solo a Tordandrea ha abbattuto 15 alberi presenti dal medioevo negli orti pertinenza del castello del “Marchesato dei Baglioni”. Senza battere ciglio. Non c’era riuscita con la sega a maggio 2018 perchè erano rigermogliati e allora ha preso la “ruspa” (in prestito da Salvini?) e li ha sdradicati a dicembre 2018 senza alcuna necessità.- (in violazione della legge regionale n. 28/2001 – art. 12)Nessuno li ha difesi eppure erano “habitat” naturale per molte specie di uccelli e corridoio ecologico previsto anche dal PRG vigente.-