
Assisi, città internazionale e interculturale
da Ferruccio Fiordispini, Movimento Mignani – Scelgo Assisi e Movimento Giovani per Mignani.
“Perugia, provincia di Assisi”. Sembra una battuta, uno di quegli scherzi da vecchi campanilisti che spettegolano al bar. In realtà, si tratta di una mezza verità, quanto meno agli occhi degli osservatori internazionali. Assisi è una città conosciuta e riconosciuta in tutto il mondo. Malgrado le sue piccole dimensioni, viene immediatamente abbinata all’immagine di San Francesco, ma viene anche ammirata per i suoi inestimabili valori artistici e culturali. Fondata dagli Umbri migliaia di anni fa, attratti dalla gran quantità di acqua che vi trovarono, divenne rinomato e prestigioso centro Romano. Nel Duecento, fu una delle brillanti città italiane che vissero un vero e proprio “boom” socio-economico, grazie all’avvento di quel proto-capitalismo di cui il padre di Francesco rappresentava uno dei più significativi “campioni”. Ricco mercante di stoffe, questi sfruttò la presenza delle abbondanti risorse idriche per svolgere l’attività di lavorazione e colorazione dei panni, importando la lana grezza proveniente dall’Inghilterra e transitante per la Francia.
Uomo di mondo, aperto al mondo. Questa sua visione cosmopolita e moderna ebbe certamente un grande impatto sul figlio Francesco. Il quale probabilmente subì una grande influenza anche dalla madre, forse di origine provenzale, intrisa di quella cultura cortese assai distante dalla cultura di stampo cittadino tipica dei nuovi ceti borghesi urbani operanti nell’alveo delle istituzioni comunali italiane. Tutto ciò rese Francesco un soggetto “Interculturale”, e quindi in grado di portare un messaggio innovativo e di grande influenza. Diciamo pure rivoluzionario. Quello che voglio dire è che Assisi ha una vocazione internazionale e interculturale, sin dal suo diventare la città di San Francesco, uomo del dialogo e della condivisione.
Più di recente, la visione e le realizzazioni di Arnaldo Fortini; l’intuizione lungimirante di Giovanni Paolo II nell’organizzare la giornata mondiale per la pace e il dialogo interreligioso; la scelta (incredibilmente innovativa) di Papa Bergoglio di scegliere il nome Francesco; le brillanti iniziative del Cardinal Ravasi e dei Frati Francescani hanno rilanciato e rafforzato ulteriormente questa vocazione internazionale e interculturale di Assisi. Ciò nonostante, al di là di significative iniziative meritorie di singoli cittadini di Assisi e associazioni culturali, non si è mai andati oltre una timida testimonianza delle amministrazioni comunali in questa direzione.
È arrivato il momento che la prossima amministrazione prenda definitivamente “il toro per le corna” e, in modo assertivo, lanci un programma e una campagna di rafforzamento dell’immagine di Assisi come centro mondiale dell’internazionalità, dell’interculturalità, del dialogo tra le genti. Qualcuno potrebbe obiettare: proprio adesso? Proprio in questi tempi di tensioni e incomprensioni, di ricostruzione di muri e barriere, di venti populisti che gelano le menti dei cittadini europei e del mondo? Sì, proprio adesso! Proprio adesso c’è bisogno di un atto di coraggio, indicando nel dialogo tra le genti, che il nostro concittadino di 800 anni fa ci ha insegnato, la strada da percorrere. La brillante idea del candidato sindaco Francesco Mignani di valorizzare e completare lungo la via San Francesco un percorso denso di centri culturali ispirati a questi principi va esattamente nella direzione da me auspicata.
La riqualificazione del Teatro Metastasio come polo culturale della città, con elementi di interscambio fra gli altri teatri presenti sul territorio (Lyrick, Piccolo Teatro degli Instabili, Pro Civitate) è uno degli esempi. Ma Francesco Mignani insiste anche su una sorta di completamento di sinergie tra Monte Frumentario, Biblioteca, Pinacoteca, Circolo Culturale Fortini, spazi museali religiosi, Palazzo Bernabei e l’Università. Un aspetto inoltre da non sottovalutare che riempirebbe di contenuti culturali la via che collega Piazza del Comune con S. Francesco è la riqualificazione del piano vuoto di Palazzo Vallemani da rendere sede di rappresentanza degli aspetti legati all’internazionalità ed interculturalità di Assisi permettendo l’ospitalità alle rappresentanze membri dell’ONU, dell’UNESCO e delle Ambasciate del mondo. Elementi questi di grande rilevanza e di prestigio per la nostra città che innalzerebbero i temi legati alla mondialità della stessa, fonti auspicate con grande rilevanza turistica ed economica in termini di quella qualità di presenza tanto desiderata.
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