Regione temporeggia, città esclusa e cittadini chiedono risposte
La notizia dell’esclusione di Assisi dalla mappa della Zona Economica Speciale (ZES) scuote il dibattito politico e istituzionale umbro. La città, riconosciuta a livello mondiale per il suo patrimonio culturale e religioso, si ritrova tagliata fuori da un piano che promette incentivi fiscali, agevolazioni per le imprese e nuove opportunità di sviluppo. Una decisione che appare incomprensibile, soprattutto alla luce del peso turistico ed economico del territorio.
Il consigliere comunale di Assisi al Centro, Ivano Bocchini, denuncia apertamente l’inerzia dell’amministrazione: non solo la città è rimasta esclusa, ma il Comune non avrebbe avviato alcuna interlocuzione con la Regione per chiedere una revisione o un’integrazione. Dai documenti ufficiali emerge infatti un silenzio istituzionale: nessuna richiesta, nessuna osservazione, nessun tentativo di modifica.
La mancanza di iniziativa appare ancora più grave se si considera che la ZES rappresenta uno strumento strategico per attrarre investimenti, favorire l’occupazione e rilanciare aree industriali e periferiche. Assisi, già segnata da carenze infrastrutturali e scelte urbanistiche discutibili, perde così un’occasione cruciale per sostenere le imprese locali e creare nuovi posti di lavoro.
Il tema solleva interrogativi pesanti: perché il Comune non ha reagito? Perché la Regione ha temporeggiato senza valutare l’inserimento di un territorio con un ruolo internazionale? La vicenda rischia di trasformarsi in un caso politico, con ricadute sulla fiducia dei cittadini e sul futuro economico della città.
La percezione diffusa è che Assisi sia stata lasciata sola, priva di difesa istituzionale, mentre altre realtà umbre si preparano a beneficiare delle agevolazioni. La città, simbolo universale di spiritualità e cultura, si ritrova invece esclusa da un progetto che avrebbe potuto rappresentare un volano di crescita.
La questione non riguarda soltanto il mancato accesso a fondi e incentivi, ma mette in luce una fragilità amministrativa che rischia di pesare a lungo sul tessuto sociale ed economico. In assenza di un intervento immediato, Assisi potrebbe vedere aumentare il divario con altri territori, aggravando le difficoltà di imprese e cittadini.
La vicenda apre un fronte di discussione che non si fermerà facilmente: la città chiede risposte, la politica è chiamata a chiarire e la Regione dovrà spiegare le ragioni di una scelta che appare, agli occhi di molti, inspiegabile.

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