Lavoro nero in Comune ad Assisi, lo dicono Bartolini, Fioroni e Fortini

L’amministrazione di sinistra è proprio partita male

Giorgio Bartolini, ridurre imu e tari e sveltire le pratiche amministrative
GIORGIO-BARTOLINI

Lavoro nero in Comune ad Assisi, lo dicono Bartolini, Fioroni e Fortini Che proprio il palazzo del Comune di Assisi abbia ospitato ben tre casi di lavoro nero è sorprendente, ma purtroppo vero. Ecco i fatti. Portano la data del 31 agosto a firma del sindaco di Assisi Stefania Proietti l’“incarico di portavoce”, di “consulente per esigenze del sindaco” e l’assunzione di un “istruttore amministrativo” per esigenze dell’ufficio staff del sindaco e della giunta. Peccato però che queste persone, sue amiche, lavoravano presso la segreteria del sindaco fin dalla sua nomina e quindi da oltre due mesi senza contratto. Cio è la dimostrazione della scarsa trasparenza con cui il sindaco e la sua amministrazione agiscono, perpetrando gravi e ingiustificabili irregolarità.

C’è da rimanere esterrefatti. Nessuno, nemmeno la persona più sprovveduta, avrebbe fatto una cosa del genere. E non è certo un’attenuante, ma semmai una aggravante, che i lavoratori in nero non abbiano percepito compensi, che comunque potrebbero rivendicare in qualsiasi momento in futuro.

Ci si chiede a che titolo abbiano operato, tra l’altro interloquendo con diversi dipendenti comunali. Infatti in questo periodo la facente funzioni da segretaria, già candidata nella lista del sindaco, è venuta a conoscenza di scritti e disposizioni anche su temi delicati che riguardavano tante persone; ha deciso quando e come dare gli appuntamenti richiesti dai cittadini, assolvendo una funzione pubblica senza averne legalmente titolo.

Ora le è stato dato l’incarico di consulente. Ci si chiede se appare legittimo il rapporto così instaurato e quale procedura di evidenza pubblica imposta dalla legge sia stata messa in atto in relazione ai curricula e ai preventivi da acquisire. L’altra signora “in nero” all’inizio si qualificava come “addetta stampa”, per poi accorgersi che, non avendo il titolo di giornalista, non poteva ricoprire tale ruolo. Pertanto il suo incarico è diventato quello di “portavoce”.

Forse che cambiando la forma, la sostanza non rimane la stessa? Non è che questa qualifica è di carattere elusivo, in quanto questa signora che ha fatto l’addetta stampa senza essere giornalista continuerà a farla anche adesso ingannevolmente?

E che dire del signore che sembra provenga dallo staff di un consigliere regionale del PD, che è stato conosciuto dal personale del Comune con la pomposa carica di capo di gabinetto? Egli ha dato disposizioni ai dipendenti comunali senza averne titolo! Non lo sapeva? Bella figura!

Ma di questa vicenda rimane soprattutto l’amaro in bocca nel constatare che colei che predicava in campagna elettorale la chiarezza della “casa di vetro” e sbandierava ai quattro venti la sua competenza ha dimostrato deficit di trasparenza nella procedura di conferimento degli incarichi e ha subito iniziato il suo mandato con gravi irregolarità: un errore, questo, che dimostra l’incapacità a governare dell’intera maggioranza di sinistra in Assisi, la quale, come si suol dire, non poteva non sapere.

L’amministrazione di sinistra è proprio partita male. Infatti, a parte qualche sporadica esternazione propagandistica, come i secchi d’acqua tirati ai punti di informazione o la grande “manifestazione” con le T-shirt pubblicizzate dal sindaco e dai componenti della giunta alla presenza della tv per “rendere storica” la rimozione di un “povero” vetro del bancone dell’ufficio turistico e di qualche contributo a chi non aveva bisogno, finora ha fatto sentire solo promesse ed enunciazioni su quello che dovrebbe fare l’amministrazione.

C’è da augurarsi che, nell’interesse dei cittadini, finalmente s’incominci a lavorare, lasciando perdere lo slogan della campagna elettorale “da Assisi cambieremo il mondo” e più praticamente si risolvano i tanti problemi della gente. Di quella che vive nella nostra città.

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