

di Riccardo Liguori
“Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Con le parole del Vangelo salutiamo Papa Francesco pellegrino ad Assisi. Noi, Vescovi della Regione, siamo lieti e riconoscenti perché il Pontefice compie ad Assisi una visita da tutti tanto desiderata. Lo accogliamo nella fede, come maestro, padre, guida e principio di unità nella Chiesa, immagine viva di Cristo Buon Pastore. Apriremo il cuore alle sue parole, certi che questa visita è un evento di grazia per le nostre Diocesi. Il Papa si fa pellegrino sui luoghi significativi della vita di S. Francesco – il grande santo che per noi è, possiamo dire, “di famiglia” – e scoprirà il profondo legame del Poverello con l’Umbria: è vissuto nelle nostre contrade, le ha attraversate ed ancora oggi tanti conventi francescani ne raccontano plasticamente la vita e la missione. Le Chiese dell’Umbria, nella loro diversità e pluralità, presenteranno al Successore di Pietro la fecondità di una lunga tradizione di fede, di santità e di cultura cristiana: in ogni parrocchia c’è tanta gente leale, buona, devota, che opera senza rumore. Parleremo al Papa della vitalità del popolo di Dio, testimone del Cristo ad un tempo sfigurato sulla croce e splendente il mattino di Pasqua.
Attorno al Vescovo di Roma ci saranno tanti sacerdoti, diocesani e religiosi, che ogni giorno annunciano la Buona Novella nelle valli e nelle campagne e nelle città: vogliamo rendere testimonianza alle loro buone opere, alla pazienza nella tribolazione, alla perseveranza in mezzo alle prove, alla loro carità, alla fede e alla costanza. Ad Assisi con il Papa ci saranno i fedeli laici (famiglie, giovani, catechisti, operatori Caritas, ministri straordinari dell’Eucaristia, membri di movimenti e associazioni e, in genere, tutti gli operatori pastorali), che in vari modi portano avanti il cammino quotidiano delle nostre Chiese e, con la varietà di vocazioni e carismi, le rendono ricche e belle. Non mancheranno coloro che ogni giorno abbracciano la croce della perdita del lavoro e della precarietà economica (tante aziende sono in crisi, alcune sono state costrette a chiudere), della malattia e della solitudine, delle nuove povertà, delle delusioni, dei fallimenti, degli abbandoni, dei rifiuti e della mancanza d’amore. Alla Mensa del Centro di prima accoglienza della Caritas diocesana di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, il Papa abbraccerà idealmente tutte quelle persone che ogni giorno bussano alle porte delle nostre Caritas, tutti gli operatori e i volontari che in esse svolgono servizio e, più in generale, l’azione caritativa delle Chiese umbre.
Le otto Chiese diocesane attendono con trepidazione e con gioia la visita di Papa Francesco, certe che non porterà né oro né argento (cf At 3,6), ma la Parola del Signore che insieme ascolteremo e il Pane della vita che insieme spezzeremo, per attingervi la forza di edificare ogni giorno la civiltà dell’amore. E sarà il dono più bello che il Signore ci farà, attraverso il ministero del Vescovo di Roma, per accompagnare e sostenere il nostro pellegrinaggio nella vita e nella fede.
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