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ltre 500 i partecipanti al pellegrinaggio pronti a mettersi sui passi del Poverello I vescovi portano sulla tomba di Francesco le intenzioni del Pontefice per la pace GUBBIO (1 settembre 2013) – Anche il Papa, in chiusura di un Angelus che resterà nella memoria per la fermezza della condanna della guerra in Siria e l’invito a tutti gli uomini di buona volontà a pregare per la pace, ha voluto salutare con parole di speranza l’ottava Giornata per la custodia del creato promossa oggi ad Assisi dalla Conferenza episcopale italiana.
Dedicata alla famiglia e al suo essenziale impegno nell’educazione alla salvaguardia del creato, la giornata questa mattina ha visto compiersi i primi passi del Sentiero di Francesco, il pellegrinaggio a piedi tra Assisi e Gubbio che proprio sul tema della riconciliazione e della pace ha richiamato nella città del Poverello oltre 500 persone. E i partecipanti al Sentiero, insieme ai vescovi di Assisi e Gubbio, monsignor Domenico Sorrentino e monsignor Mario Ceccobelli, hanno immediatamente raccolto l’appello arrivato da Papa Francesco per la pace in Siria e in tutte le zone di conflitto nel mondo, portando sulla tomba del Poverello la sua e le intenzioni di tutti i pellegrini della Assisi-Gubbio, arrivati tra ieri sera e questa mattina in Umbria e pronti a camminare per tre giorni sulle orme del santo della riconciliazione e della pace.
Già nella celebrazione eucaristica di questa mattina, tenutasi nella chiesa di Santa Maria Maggiore e trasmessa in diretta su Rai Uno, il vescovo Sorrentino aveva parlato dell’ “umiltà di San Francesco come chiave per la costruzione di un mondo di pace. Dai passi compiuti dal Poverello otto secoli fa – aveva auspicato nella sua omelia il vescovo di Assisi – possa nascere oggi una nuova cultura di rispetto per le persone e per le cose. Umiltà è parola esigente, ma è parola di vita. Deriva da humus, che significa terra: l’umile è colui che affonda le radici nella terra riconoscendo in essa la sua Verità, il suo grembo.
Umile è colui che comprende che tutta la realtà, a partire da sora nostra madre terra, come Francesco di Assisi l’ha definita, è un dono del Creatore”. Anche monsignor Sorrentino ha naturalmente fatto riferimento alla Giornata per la custodia del creato, definendo la necessità di prendersi cura dell’ambiente e degli altri come “parte integrante di una cultura del dono che il Poverello di Assisi ci fa conoscere, vivendola in prima persona. Francesco, sulle orme di Gesù, si è spogliato di tutto per vivere nella libertà di figlio di Dio e diventare fratello universale di tutte le creature e di tutte le persone”.
Il vescovo di Assisi ha infine parlato della famiglia, al cui ruolo la Giornata è dedicata, come “del principale luogo educativo per una cultura della custodia opposta a quella della prepotenza e del dominio”. E proprio in nome di una nuova cultura di pace, nel pieno accoglimento delle fortissime parole gridate da Papa Francesco all’Angelus e guardato in diretta da un maxischermo dalle centinaia di pellegrini in partenza da Assisi, i partecipanti al Sentiero di Francesco hanno cominciato la loro tre giorni di cammino. Facendo prima tappa sulla tomba del Poverello, proprio per portare lì le intenzioni del Pontefice, e poi mettendosi in marcia verso Valfabbrica, prima tappa della Assisi-Gubbio, dove i pellegrini trascorreranno la notte in attesa di ripartire, domattina alle 8, alla volta di San Pietro in Vigneto.
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