
Lettera in redazione dalla Puglia dalla famiglia di un disabile
Siamo stati ad Assisi qualche giorno fa, premetto che mio marito è su sedia a rotelle…Avevamo bisogno di pregare alla tomba di San Francesco…è stato impossibile arrivarci …con la nostra macchina siamo stati fermati più volte …e poi abbiamo dovuto proseguire piedi… e con il peso della sedia non potevo portare mio marito…
Accedere alla Basilica è stato un disastro …ho chiesto l’intervento dell’esercito, della polizia…Non mi voglio dilungare in descrizioni dettagliate…
Ma ho preso atto che Assisi ora non è adatta ai sofferenti, ai disabili e non ci sta alcuna organizzazione per essi …né da parte dei frati e né da parte del comune…è solo turismo allo stato puro… i disabili sono tutti fuori le mura della città …
Almeno comunicate che è impraticabile per loro…così non ci saremmo, anche noi, avventurati… abbiamo trovato ad Assisi Il deserto dell’amore, i sofferenti DEVONO arrivare alla SUA tomba… che tristezza!
Se potesse parlare San Francesco!
Gentile Signora,
Da cittadino Assisiate, non posso che essere ovviamente d’accordo con Lei e mi accodo al Suo sdegno e mi vergogno per quanto accaduto a Suo marito. Mi creda, non è una frase retorica.
Purtroppo, questa è l’amara realtà della mia Città, Assisi, che ha perso il vero “spirito Francescano” e, aggiungo io, lo spirito della decenza. A tutti i livelli, e quando dico tutti, son tutti nessuno escluso.
Deo Gratias, non ho problemi motori, sono però sensibile al problema. Vedendo con i miei occhi, cose anche ben peggiori di quanto è accaduto al Suo consorte.
Essendo una città storica ed antica, vi sono insormontabili barriere architettoniche, questo è vero, come è vero che in trent’anni dalla emanazione della Legge 13/89 e del relativo Decreto attuativo il DM 236/89, “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”, poco o nulla si è fatto. Oltre che nelle strutture pubbliche, in quelle private. Addirittura, nella Commissione Edilizia del Comune di Assisi, è membro un disabile in carrozzina, che dovrebbe fungere come da “cane da guardia” a questo problema. Ovviamente Lei saprà bene che la politica, a tutte le latitudini, ahimé, è solo politica fine a se stessa e non come servizio ai cittadini, specialmente a favore di quelli più deboli.
Se avesse avuto più tempo per la visita della città, non so se lo abbia fatto, si sarà accorta di quanti altri ostacoli, fisici e mentali, ha questa città “contro” i disabili.
Proprio giorni addietro, avevo ideato di proporre alla Sindaca, di passare un giorno in carrozzina per la città. La sua disavventura non ha fatto altro che rafforzare questa mia idea. Premetto che non sono un politico, nemmeno ambisco ad esserlo.
Ad Assisi, abbiamo di fatto, due “PADRONI”, da una parte una scellerata amministrazione comunale, e dall’altra il Sacro Convento di San Francesco. I quali eredi del Santo, a mio modestissimo ed insignificante parere, sono più distolti dalla bramosia di potere, che nel portare avanti e rinnovare il messaggio di San Francesco. Mi creda, come Lei ha amaramente constatato, il loro riflesso, ha avuto effetto financo sull’Esercito e le Forze dell’Ordine, si figuri sul resto. Con ciò Le ho detto tutto.
Non parliamo poi, che fine abbia fatto “Sorella Povertà”. Ma questa, come avrebbe detto Rudyard Kipling, è tutta un’altra storia.
Carissima Signora, già penso allo sdegno che procurerà il mio commento, rispetto al concreto problema a Voi ocvorso. Del resto, come novello Kamikaze, mi firmo con nome e cognome, e questo mi esporrà a qualche problema. L’articolo 21) della nostra Costituzione, la libertà di espressione, è per molti fastidioso.p
Inoltre, vorrei concludere, nell’affrontare la Sua considerazione finale. Ebbene sì, sempre con il mio sdegno, financo più del Suo, ritengo corretta ed efficacie la sua definizione di Assisi come “turismo allo stato puro”.
Se avrà la compiacenza di seguire i commenti che seguiranno oltre al mio, tutti utilizzeranno dei nickname, per evitare spiacevoli conseguenze.
Parlare, a ragione contro i due PADRONI di questa città, specialmente del Sacro Convento è Tabù.
Con questo, rinnovando il Suo legittimo sdegno ed io la mia vergogna per essere nato (a pochi metri dalla Basilica del Santo) e vissuto e vivo in questa città, oltre al mio inutile conforto, La saluto
con stima.
Giovanni Angelucci
(Kamikaze).
Aspettiamo che Padre Fortunato ci racconti la sua versione…..magari in TV così tutta Italia saprà quale é la verità.
Cara signora da assisano sono indignato quanto lei. Se questo potrà esserle di sollievo sappia che questo comportamento inqualificabile i cari “padri” lo adottano indistintamente con tutti senza distinzione alcuna. Agli assisani hanno tolto due piazze una strada l’accesso alla selva hanno innalzato muri per non far sedere i pellegrini per non parlare delle sue vicissitudini. Un cinismo che è difficile eguagliare. Tra poco inizierà “il cortile di Francesco”l’apoteosi delle banalità . Un consiglio all’Amministrazione togliamo la scritta “città della pace” all’ingresso della città.
Mai un detto come questo fu più appropriato per definire i frati di Assisi :predicare bene ma razzolare male, anzi malissimo! Ma d’altronde negli ultimi anni questo è il volto che sta mostrando con i suoi esempi dall’alto, la religione cristiana!!! Parole