Sindaco Foligno Stefano Zuccarini ha deposto corona al cimitero di guerra a Rivorto di Assisi
Il sindaco Stefano Zuccarini ha deposto una corona d’alloro, a Rivotorto d’Assisi, al cimitero di guerra e alle lapidi dei caduti di fronte alla cattedrale di San Feliciano e al palazzo comunale. Dopo il saluto del presidente del Consiglio comunale, Lorenzo Schiarea – presenti il picchetto del centro di selezione e reclutamento nazionale dell’esercito e l’associazione filarmonica di Belfiore – è intervenuto il sindaco Zuccarini ringraziando le autorità e i cittadini “per essere presenti qui in piazza della Repubblica, in questa giornata, sinonimo di libertà e riconquista della democrazia.
Così come voglio ringraziare l’associazione filarmonica di Belfiore-Città di Foligno’, che torna a far risuonare le sue note in piazza della Repubblica dopo tre anni di ‘assenza forzata’, e che ci concederà l’esecuzione dell’inno d’Italia anche a conclusione della cerimonia: unico inno che rappresenta tutti gli italiani, così come il tricolore ne è l’unico vessillo. Il 25 aprile stesso è la festa di tutti: di chi ama, sempre e comunque, la libertà e la democrazia. Valori che ancora oggi purtroppo, non possiamo e non dobbiamo dare per scontati, e che anzi tornano ad essere minacciati da guerra, morte e distruzioni.
Quei valori di rinascita e riconciliazione che ci guidarono a guerra conclusa verso la ricostruzione sono quantomai attuali. L’uscita dalla crisi causata dalla pandemia e dai contraccolpi della guerra in Ucraina, mette infatti a dura prova anche la nostra vita sociale ed economica. Oggi, essere di nuovo qui insieme, è un importante segnale di rinascita e speranza. Abbiamo deposto le corone di alloro alle lapidi dei caduti sulla facciata principale del duomo (che ormai contiamo di vedere presto riaperto) e sulla facciata del palazzo comunale; dopo andremo al sacrario di Cancelli, altro luogo simbolo della lotta contro la dittatura.
Voglio ricordare il prezioso e particolare ruolo della chiesa e l’impegno del mondo cattolico, così come bisogna ricordare i giovani ebrei della brigata ebraica, giunti dai ghetti di tutta Europa che imbracciarono le armi e lottarono per la nostra libertà. In quel periodo tanti italiani di fedi e culture diverse, si unirono per conquistare un futuro di libertà. Le brigate partigiane erano infatti formate da uomini e donne di molteplici e persino opposti orientamenti politici: cattolici e comunisti; monarchici e repubblicani, socialisti e liberali, che si batterono al fianco degli alleati. Un tributo particolare dobbiamo rivolgerlo alle forze armate italiane, che attraverso i gruppi di combattimento ‘Folgore’, ‘Piceno’, ‘Legnano’ e ‘Mantova’ e le divisioni ‘Cremona’ e ‘Friuli’ diedero vita al corpo italiano di liberazione. Di fronte al dramma comune, tutti scrissero – ciascuno per la propria parte – una pagina fondamentale della nostra storia, a garanzia della nostra democrazia e della nostra libertà. A tutti loro va il nostro commosso ricordo e la nostra gratitudine eterna”. E’ intervenuto anche don Simone Marchi, in rappresentanza della diocesi di Foligno.
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