Via Lattea, la cavallina bianca nata ad Assisi, diventerà mamma
Il ‘miracolo’ di Via Lattea, la cavallina bianca che ha stupito il mondo intero, prosegue. Dopo essere venuta alla luce candida come la neve, il 5 aprile 2014 all’ombra della Basilica di Assisi, nell’allevamento di Sergio Carfagna (da Melodiass e Gruccione Jet, caso unico nella razza del trottatore italiano), dopo aver superato in Europa la prova di qualifica e alcune gare in pista in Svezia con risultati più che sufficienti e nel maggio del 2018 aver centrato una vittoria straordinaria negli Usa all’ippodromo Pocono Downs, stabilendo il nuovo record personale, la cavallina bianca incanta ancora tutti ed entra nella leggenda da fattrice di razza in dolce attesa con tanto di ‘pancione’ evidente.
Incredibile ma vero, la foto ci arriva nei giorni in cui al ‘Savio’ di Cesena, nell’ambito della riunione di corse dedicate al comune di Città di Castello e alla Mostra nazionale del cavallo, si è disputata una corsa a lei intitolata e ritrae Via Lattea in versione ‘mamma’: segno evidente che l’accoppiamento con Six Pack, il fenomenale vincitore del Kentucky Futurity al Red Mile di Lexington, con tanto di record mondiale in 1.49.1 al chilometro, ha funzionato.
Ce lo rivela un commosso ed entusiasta, Sergio Carfagna, suo allevatore (tra altro fresco di nomina nel nuovo consiglio dell’Anact, l’Associazione di categoria allevatori di cavalli trottatori), dopo che padre Danilo Reverberi, il frate francescano amico fraterno e guida tecnica della scuderia di Assisi, l’aveva ‘postata’ sulla pagina Facebook ufficiale dell’allevamento, punto imprescindibile per chi segue con passione le vicende ippiche del noto proprietario umbro.
Via Lattea, la prima puledrina interamente bianca nata in Italia, dopo essere stata ceduta nell’ottobre del 2015 a una delle più prestigiose scuderie a livello mondiale, la ‘Knutsson Trotting’, e il debutto in Svezia, è stata trasferita in America agli ordini del grande preparatore Ake Svansted con il quale non solo ha corso e vinto – smentendo clamorosamente tutti coloro che dicevano che non sarebbe sopravvissuta –, ma ha conseguito un prestigioso record in carriera di 1.11.3 al chilometro che la pone ai vertici tra le femmine italiane della sua leva.
“Ora – precisa con un pizzico di orgoglio padre Danilo Reverberi – l’avventura continua e cresce la curiosità per questa nuova esperienza di mamma dal momento che, essendo il suo un ‘gene’ bianco dominante – lei non è albina come tanti erroneamente pensano – il figlio che partorirà potrebbe verosimilmente avere il colore candido del suo stesso mantello, come ci ha rivelato Maurizio Silvestrelli, titolare della cattedra di Veterinaria dell’Università di Perugia”. “Ho ancora impresso nella mente e nel cuore il momento della partenza della cavallina verso la Svezia – dichiara l’allevatore Sergio Carfagna, con la voce rotta dalla emozione –.
Non l’ho fatto per i soldi, ma per il suo bene, per tutelare la sua incolumità e garantirgli un futuro e una prospettiva di carriera agonistica in una fra le più importanti e qualificate scuderie al mondo. Ora questi straordinari risultati mi danno ragione e da credente quale sono ringrazio e prego ancora san Francesco e tutti coloro, a partire da padre Danilo Reverberi, e tanti amici che hanno creduto in questo miracolo fin dalla nascita.
Non rimane che attendere gli eventi e il corso della natura: la genealogia di una cavallina che per tanti non sarebbe vissuta più di qualche mese potrebbe continuare a stupire ancora il mondo intero”. ‘La scuderia dei miracoli’, così ribattezzata, ha anche un libro dedicato, scritto a quattro mani da Giorgio Galvani e Marco Vinicio Guasticchi (Futura Edizioni). Un evento, quello della cavallina italiana, che è sotto la lente di ingrandimento della scienza e sotto l’attenzione dei media, non solo italiani ed europei.
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