Il vento di Vachlav Assisi 1937, il libro di Maurizio Terzetti

Il vento di Vachlav Assisi 1937, il libro di Maurizio Terzetti

Il vento di Vachlav Assisi 1937, il libro di Maurizio Terzetti

Giovedì 18 aprile alle 17.30 , alla presenza della sindaca Stefania Proietti e con una intervista all’autore di Anna Mossuto, si presenta nella Sala della Conciliazione del Palazzo comunale di Assisi il romanzo di Maurizio Terzetti Il vento di Vachlav Assisi 1937 , edito un mese fa da “LuoghInteriori” di Città diCastello.
Abbiamo parlato del libro con l’autore, Maurizio Terzetti.

Un nome non di queste parti – Vaclav – e una città che più umbra non si può dire – Assisi: come si tiene insieme la storia di questo romanzo?

È un racconto ambientato ad Assisi fra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del secolo scorso. Si arriva ad Assisi da molte parti del mondo, anche da un luogo immaginario e di invenzione che ho chiamato Castel Leone. E, dunque, la storia del romanzo può voler tenere insieme l’andare e il venire da questa mia città, fino a comprendere uno che ha un nome cecoslovacco.

E certo non è un nome qualunque, se dà il titolo al romanzo.

Sì, Vaclav è un protagonista a tutti gli effetti di questo mio palcoscenico, sul quale domina il vento – coprotagonista del titolo – e si distende Assisi in tutto il suo fascino novecentesco, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

È una storia locale?

Direi che è una storia italiana a tutto tondo, dato che le vicende si svolgono tanto al Nord quanto al Sud della penisola. La dimensione locale, quindi, che può sembrare il punto iniziale della storia, è invece, per me, il punto d’approdo, la meta da raggiungere, la dimensione da conquistare, specie nell’ottica della ricostruzione post bellica dell’Italia con cui si conclude il romanzo.

Che peso hanno la storia e l’ ideologia in tutto il racconto?

Sicuramente hanno un posto di grande rilievo, ma lo hanno attraverso la chiave di un romanzo, che apre porte della coscienza sulle quali le ideologie in sé per sé non possono fare nulla se non molto spesso richiudere i varchi del sentimento e delle emozioni ai quali, invece, in questo libro ho cercato di dare larghissimo spazio, tutto quello che il mio cuore ha potuto dare.

Ti ritrovi, dunque, coinvolto in prima persona in queste pagine?

Sì, ci sono entrato cercando di disturbare il meno possibile le azioni dei personaggi fra di loro, dato che, oltretutto, sulla scena agiscono personaggi di Assisi realmente esistiti e personaggi di pura invenzione.

Quale significato ritieni che possa avere questo tuo romanzo per Assisi?

Mi auguro che possa essere letto in città come un memoriale della storia recente di Assisi – quella del Novecento, intendo – e, su questa linea di emozioni e di suggestioni, propria dello specifico di un romanzo, che possa anche servire da stimolo per ricostruire, a livello privato e pubblico, la memoria del Novecento della città.

E anche Vaclav dovrebbe essere una traccia per farlo. Ma certo che, per trovare il suo nome nel romanzo, ce ne vogliono di pagine da leggere…

Sì, è vero, i romanzieri usano molti trucchi per tenere il lettore sulla corda dei misteri che mettono in pagina!

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