Onirica Assisi 2054, viaggio immaginario, terza puntata: le rotonde

Onirica Assisi 2054, viaggio immaginario, terza puntata: le rotonde

Onirica Assisi 2054, viaggio immaginario, terza puntata: le rotonde da Paolo Ansideri ASSISI – Dato che durante questa dotta e lunga spiegazione, Heinrich si andava già rompendo le palle, mentre il malcapitato e lungo autista invece ci aspettava pazientemente, lo volemmo ricompensare facendoci portare nel centro storico con il suo modulo elettrico, su cui faceva bella mostra di sé il marchio”Agenzia viaggi Bet&Toli”. Gli chiedemmo anzi di farci da guida, anche se Heinrich, era all’inizio riluttante, accampando la paternità di ogni visita guidata entro le mura dell’ormai a lui sconosciuta città. Ne nacque quasi in alterco tra i due su chi conosceva di più quei ruderi che a me sembravano poco più che sassi, ma che per loro sembravano rari diamanti introvabili in altre parti del mondo. Bah valli a capire questi nativi o oriundi come il mio amico tedesco!

Fatte poche decine di  metri ci imbattiamo in una rotonda stradale costituita da un’enorme cupola semi sferica. Un enorme teca trasparente che permetteva di intravedere la città storica alle sua spalle. Intravedere perché il contenuto della teca era a dir poco inquietante: la semisfera conteneva un liquido trasparente, forse acqua, forse formalina, visto il contenuto, forse materiale sintetico, in cui erano immersi corpi di animali, non vivi, ovviamente, ma nell’integrità e dimensione della naturalezza vitale.

Uno squalo in basso spalancava le fauci vedendo più in alto, (evidente allusione alla differenza della quote marine e terrestri) una mucca nella posa del brucare, mentre in alto volteggiavano stormi di aquile, fenicotteri e nugoli di colibrì ad ali spiegate.

Coesistevano nella stessa quota terrestre, una stranamente mansueta famiglia di lupi e poi giraffe e zebre, bufali e rinoceronti. E nell’immaginaria profondità marina nuotavano pesci d’acqua dolce insieme ad animali marni, balene e testuggini, razze e calamari giganti. L’autore dell’opera era Damien Hirst ed il titolo era:

“Custodire …”

Più avanti in altre rotonde facevano mostra di sé sculture ed istallazioni di grandi artisti contemporanei. Un enorme riproduzione di cane realizzato con la torsione di palloncini gonfiabili che dicono realizzato da un famosissimo autore tale Jeff Koons troneggiava nella rotonda di via Patrono d’Italia. Mentre il cinese Ai Weiwei aveva sostituito l’imbarazzante presenza dell’olivo sradicato dal sito originario del Salento o della Spagna (improvvido incitamento alla devastazione di ambienti originari per fini di arredo privato o urbano), situato proprio ai piedi della Basilica di San Francesco, con il suo “Iron tree”

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