L’omaggio del Presidente del Consiglio al Poverello di Assisi

E' morto il "Poeta" di Assisi, non si vedeva da giorni

Il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, saluta con soddisfazione l’arrivo ad Assisi del presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione delle celebrazioni in onore di San Francesco. “La figura di San Francesco d’Assisi è il più umile esempio di forza spirituale che la storia dell’Occidente abbia mai conosciuto – dichiara Guasticchi -.

Dall’unità, che la sua persona ha incarnato, fra la propria, innata devozione verso ogni creatura e l’invito, da lui rivolto, a seguire nient’altro che le orme di un “poverello” per percorrere cammini di redenzione, si sono originati, nei secoli, messaggi in nome dei quali l’umanità ha dialogato quando sembrava impossibile e si è cercato di arginare lo strapotere dell’uomo sulla natura quando sembrava smarrito il senso dell’uso corretto delle risorse materiali.

Nel giorno della più solenne tra le festività francescane – aggiunge Guasticchi -, occorre che ognuno, presente ad Assisi o collegato alla città attraverso i mezzi d’informazione, possa tornare a riflettere a fondo su quanto, oggi, l’Italia e il mondo è necessario che chiedano a San Francesco in termini di operoso dialogo e di equa distribuzione di quanto è risorsa e di quanto crea ricchezza.

Il senso della richiesta non conosce separazioni tra sfera civile e ambito propriamente religioso, come testimoniano le ripetute, convinte aperture che la Porziuncola e il Sacro Convento fanno a ogni confessione religiosa, a ogni persona in grado di portare ad Assisi, sul luogo del ‘Transito’ di San Francesco e vicino alla sua sepoltura, il contributo della propria ricerca di senso della vita, di fede sincera, della propria ‘povertà’ come requisito per cercare di costruire una ‘ricchezza’ capace di far crescere l’uomo e non di arricchirlo o impoverirlo oltre ogni accettabile limite.

La presenza, un anno fa, di Papa Francesco ha materialmente fatto vedere a ognuno di noi il senso in cui è opportuno che l’umanità di oggi si avvicini ai luoghi francescani di Assisi.

In continuità con quel forte esempio – dichiara ancora il presidente della Provincia – che ancora tutti abbiamo negli occhi, quest’anno si celebra la ricorrenza del 4 ottobre e, insieme, il settantacinquesimo anno della proclamazione di San Francesco patrono d’Italia.

Così, dunque, quest’anno è tutta l’Italia che converge spiritualmente su Assisi, avendo come propria avanguardia la Regione Lazio nella persona del presidente Nicola Zingaretti e la città di Roma nella persona del sindaco Ignazio Marino e, a testimonianza dell’unità dell’intero popolo italiano e della Nazione, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

San Francesco ha conosciuto e frequentato Roma in maniera molto approfondita e decisiva per lo sviluppo del suo Ordine e non ha esitato, all’interno dell’odierno Lazio che ha attraversato in lungo e in largo, a spingersi anche nei luoghi più isolati di quella terra laziale che sentiva in profonda continuità con la sua Umbria. L’esempio di quanto compiuto a Greccio sintetizza come meglio non si potrebbe l’attenzione per la profonda fraternità che il Lazio, nel suo insieme, ha potuto ispirare a San Francesco. Anche la Toscana, terra natale del Presidente del Consiglio, è stata particolarmente nel cuore del Santo: su ogni citazione, varrà il ricordo della Verna, luogo di particolare, grande somiglianza geografica e spirituale con l’Alta Umbria.

Matteo Renzi, tuttavia, non giunge ad Assisi e in Umbria, il 4 ottobre, solamente come pellegrino della sua Firenze, ma come Presidente del Consiglio, come l’uomo, cioè, nelle cui mani si caricano le più pesanti responsabilità per la ripresa dell’economia nazionale e per la rinascita dello sviluppo complessivo della Nazione della quale San Francesco è patrono.

Sono convinto – conclude Guasticchi – che il riferimento a San Francesco sarà in grado di far pronunciare al Presidente del Consiglio parole non formali di esortazione verso il superamento delle attuali condizioni di difficoltà del ‘sistema Paese’, parole, in ogni caso, il cui senso si può già leggere nelle molte azioni che Renzi sta mettendo in campo per cercare di fare avanzare le riforme di cui l’Italia ha urgente, conclamato bisogno.

Il suo confronto con i problemi del lavoro e della crisi sarà nel segno di quella spontaneità di affetti, di emozioni e di ideali che un giovane uomo politico di oggi, animato da fede e concretezza, può contare di intessere proficuamente con un sempre giovane uomo del Duecento che ha saputo parlare ai potenti della Terra usando la semplicità e la sincerità come codice universale”.

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