Ambiente, Partito democratico ad Assisi per la costruzione di un futuro sostenibile

Il PD di Assisi chiede alla sua sindaca un vero rilancio politico e amministrativo, a costo di sacrificare qualche assessore

Ambiente, Partito democratico ad Assisi per la costruzione di un futuro sostenibile

“Arriva da Assisi, città simbolo dell’ecologia mondiale con il messaggio ambientalista di Francesco, la riflessione del Partito democratico che ha voluto mettere insieme le sue intelligenze al servizio, non solo della sua comunità ma dell’Umbria, per la costruzione di un futuro sostenibile”. Così il consigliere regionale Tommaso Bori (Pd – vicepresidente Terza commissione) in merito al convegno “Umbria e ambiente-Futuro sostenibile e circolarità”, che si è svolto sabato 25 marzo al Digipass di Assisi e che, sottolinea, “ha visto insieme addetti ai lavori, amministratori e gruppo dirigente, mettere a disposizione competenze, testimonianze e ambizioni di un Pd che su questa sfida ha ben chiaro da che parte stare e che ruolo ricoprire”.

“Obiettivo ambizioso non solo quello di rappresentare bisogni nuovi – spiega Bori – ma anche di costruire una cultura di governo nuova che si misuri con la stagione inedita e cruciale della sostenibilità dell’emergenza climatica in cui il partito non può che essere la testa del grande sforzo corale. A presentare il seminario è stata Gaia Grossi e nella prima parte a portare il proprio contributo sono stati Franco Cilberti, con il panel ‘Cura della casa di tutti’, Giacomo Porrazzini, con il focus su ‘Sostenibilità e nuovo sviluppo dell’Umbria’ e Isabella della Ragione, con il suo intervento su ‘Agro biodiversità e complessità in risposta al cambiamento climatico’, coordinati da Maurizio Talanti, responsabile Ambiente del Pd”.

“La seconda parte – prosegue Bori – è stata centrata sul Piano regionale dei rifiuti. A confrontarsi, coordinati da Svedo Piccioni, sono stati Simona Meloni, capogruppo regionale del Pd che ha illustrato l’iter istituzionale dell’atto in Regione, Giacomo Chiodini, sindaco di Magione e vicepresidente dell’Autorità umbra per rifiuti e idrico (Auri), che ha argomentato il parere negativo degli amministratori, Stefania Proietti, nella sua doppia veste di sindaca di Assisi e di presidente della Provincia di Perugia alla quale è spettato il compito di motivare il parere contrario dell’Ente. In chiusura Claudia Ciombolini, segretaria del Pd di Assisi, che ha richiamato alla mobilitazione nei circoli e negli organismi di partito. Dal piano regionale rifiuti dell’Umbria alle testimonianze locali, dalle problematiche alle proposte per superarle, per ribadire che la crisi ambientale è crisi antropologica, in un campo largo che vede le tematiche della transizione ecologica e della sostenibilità non più come approccio puramente romantico alla natura e all’ambiente bensì in una visione in cui l’ingiustizia ambientale è strettamente legata all’ingiustizia umana partendo dalla consapevolezza che molti squilibri umani derivano dai disastri che si compiono sulla natura”.

“‘Il grido della terra è anche il grido dei poveri’: con queste parole – continua Bori – si è aperto l’incontro, consolidando una riflessione che ha accompagnato l’intero dibattito, traducendosi in un’urgenza rispetto alla necessità di cambiare stili di vita, di produzione e di consumo, per tutelare non solo l’ambiente ma il sistema nel suo complesso attraverso quella che è stata definita ‘solidarietà universale’.

Un impegno che il Partito democratico si è assunto già a livello nazionale con l’elezione della nuova segretaria Elly Schlein e con la condivisione di un programma che ha come segno distintivo la sfida climatica. Un cambiamento che deve investire anche l’Umbria e di cui il partito deve farsi portavoce, non relegando questo tema ad uno dei settori di impegno come è stato per tanti anni, ma ‘rendendolo asse centrale su cui orientare le altre politiche, anche quelle sociali’ ed esprimendolo quindi come fattore primario di identità del Pd”. “Nel corso delle mie conclusioni ho cercato di mettere in evidenza il necessario cambio di prospettiva: la domanda da porsi infatti non è chi paga la transizione ecologica e ambientale. La domanda giusta – conclude Bori – è chi sta già pagando la mancata conversione climatica ambientale”.

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