Italo Rota non si dimette, assente per malattia continua a lavorare da Milano

Al telefono assicura che non ha proprio litigato con nessuno

Italo Rota non si dimette, assente per malattia continua a lavorare da Milano
ITALO ROTA

Italo Rota non si dimette, assente per malattia continua a lavorare da Milano

di Marcello Migliosi
ASSISI – «Sono stato veramente poco bene e ogni tanto bisogna andare in riparazione». Comincia nel modo più normale e leggero la telefonata con Italo Rota. Il “mistero“, delle assenze dell’architetto milanese dalle sedute di giunta – non è quel numero indicato dal Centrodestra, precisa il sindaco Proietti -, è svelato: Italo Rota è stato male. Ha dovuto combattere con questa improvvisa epidemia di terribile influenza che ha “steso” mezza Italia, con relative complicanze (serie). Non ci sarebbe nessuna lite in corso né con Eugenio Guarducci né con il sindaco, né, tanto meno, “odor di dimissioni” da parte del grande professionista dell’architettura mondiale, ora in sella in un assessorato “pesante” del Comune di Assisi.

«Il lavoro va avanti – assicura Rota -, siamo impegnati su nuovo regolamento edilizio e, anche se non sono ad Assisi fisicamente, con i nuovi mezzi di comunicazione sto lavorando con gli uffici». La volontà di rivalutare gli “uffici” Rota l’aveva già, in verità, manifestata da subito, non appena fu chiamato a ricoprire l’incarico. «Sì – conferma – è un nostro “piccolo cantiere particolare“, una città si sistema anche quando ha degli uffici che lavorano».

Altro argomento dove l’architetto è impegnato è il fronte delle Frazioni di Assisi. «Non è una cosa semplice – afferma -, stiamo stabilendo il bilancio triennale che riguarda i territori». L’idea di investire molto sulle località periferiche resta in piedi quindi e, come dice Italo Rota: “C’è da capire le esigenze reali, da un lato e quelle dei cittadini dall’altro, e questa è la cosa più complessa.”.

L’assessore sostiene che ogni frazione potrebbe essere un “progetto di stimolo“. «Sì – afferma , uno stimolo di due nature: continuare ad esistere in funzione al lavoro e risolvere, almeno in qualche frazione, alcune problematiche ambientali». La sostanza è che per vedere gli effetti di un lavoro simile, non servirà certo solo un anno, ma ce ne vorranno almeno due o tre.

Il lavoro con gli uffici procede bene: “Molti – spiega Rota – all’interno del Comune, nel mio settore, sono progettisti, e c’è desiderio di rimettere in moto la macchina progettuale interna. Abbiamo già avviato il lavoro sulla Rocca, ma a regime andremo da gennaio». Rota spiega anche che si sta passando ad una “seconda fase“, quella del “fare”.

Alla domanda diretta dei presunti dissidi con l’assessore Eugenio Guarducci e il sindaco, Stefania Proietti, Rota conferma quanto detto dal patron di Eurochocolate qualche giorno fa, è il re del cioccolato che lo va a prendere alla stazione di Terontola quando scende da Milano “e fanno pure colazione insieme”.

Di Stefania Proietti dice che è una “sindachessa energica‘”.

«Ci sono temi come la cultura il turismo in cui si vedono subito gli effetti – spiega Italo Rota -, ma quando si parla di un territorio, così piccolo ma così complesso come quello di Assisi, il “rammendo” avviene in tempi più lunghi». Ed è proprio su questo concetto del rammendo che Rota spende qualche altra parola. «Quando mi chiedono che cosa è Assisi oggi – dice – io spiego che è come un magnifico “saio“, con un corpetto meraviglioso e dalle braccia alla gonna, però, pieno di buchi e lì bisogna rammendare per riportarlo ad un equilibrio generale».

Di fatto, quindi, nessuna dimissione né assenza voluta da Assisi, ma impossibilità dovuta al fatto che la convalescenza gli impone di restare a casa, ma non per questo sta con le mani in mano, ci par di capire.

«Lunedì – annuncia – avrò un’altra video conferenza via Skype con gli uffici». Poi la chiacchierata si è spostato su quello che Rota ha definito il “cimitero delle industrie e del lavoro” che sta estendendosi da Assisi al Trasimeno è un “dramma nazionale”. «Ho detto al ministro Delrio – racconta Rota – che la legislazione dei piccoli comuni e della Regione non è sufficiente per affrontare il problema. Bisogna creare un caso perché qui, il disastro è “molecolare“». Che ci sia un vuoto legislativo per affrontare un simile problema non sfugge affatto all’architetto, serve una legge, un decreto speciale che “metta insieme tutte queste aree e affronti il tutto in modo sistemico”.

Rota ricorda poi che i  territori del Centro Italia saranno quelli che, in futuro, saranno più colpiti dallo stravolgimento climatico che è in atto e contro quello bisogna rivedere tantissimo la gestione dei territori. Tutti temi che ci siamo prefissati di affrontare con l’assessore Rota dopo il sei di dicembre quando potrà pensare di tornare ad Assisi.

Ci lascia con una frase: “Il grande tema di Assisi – dice l’Architetto del Museo del Novecento – non si può affrontare in breve tempo, né si risolvono i problemi d’alato, ma serve l’aiuto di tutti i cittadini”.

 

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