📰 Rassegna stampa 📰 – Silvia Balducci, commerciante di souvenir, per protesta ’’presidia’’ il negozio chiuso

ph Maurizio Baglioni

Silvia Balducci, commerciante di souvenir, per protesta ’’presidia’’ il negozio chiuso

Dopo Merkel e Juan Manuel Santos arriva il presidente Antonio TajaniASSISI – «Il mio negozio è chiuso per decreto regionale, ma le porte sono aperte perché non mi faccio seppellire prima di morire, perché difendo il mio diritto al lavoro, sancito dalla Costituzione italiana e voglio difendere a tutti i costi la mia libertà». E’ il cartello che, ieri mattina, campeggiava sulla porta del negozio di Silvia Balducci, lungo via San Francesco, per protestare contro la chiusura domenicale dei negozi frutto dell’ordinanza n. 68 emanata da Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria.
«Non solo ho aperto il mio negozio di souvenir, impedendo l’accesso agli eventuali clienti, ma ho invitato i commercianti di Assisi e anche quelli delle altre città umbre a lasciare accese le luci dei negozi e ad apporre cartelli sulle vetrine per spiegare i motivi della protesta – spiega Silvia Balducci –. La nostra è una categoria che ha nessun tipo di ‘ristoro’ pur lavorando esclusivamente con il turismo, a differenza di altre categorie di questo filone che hanno avuto delle sovvenzioni».
Una protesta alla quale hanno aderito anche altri operatori commerciali, vista la delicatezza e gravità della situazione. «La gente, passando, si è incuriosita, ha letto quello che avevo scritto, ha fatto foto e mi ha dato la solidarietà, impegnandosi a far circolare le immagini di quanto sta accadendo». Giusto una settimana fa i commercianti si erano incontrati in piazza per manifestare il dissenso per una chiusura nei giorni festivi, gli unici in cui c’è un minimo di visitatori; con successiva tappa perugina, il giorno seguente, per far conoscere alla presidente Donatella Tesei il disappunto per la scelta operata con la chiusura domenicale delle attività.
«Non siamo rappresentati – aggiunge un altro commerciante –. Come è possibile accomunare le nostre piccole attività, nel centro storico, con la grande distribuzione? Non c’è veramente nulla di paragonabile. Da noi gli spazi sono limitati e gli assembramenti sono praticamente impossibili.
E’ davvero incredibile che, in un anno difficilissimo come questo, ci sia stata tolta la possibilità di lavorare, un nostro diritto, non potendo sfruttare i pochi giorni, quelli dei fine settimane, quando un minimo di visitatori è presente nella nostra città. Una città che, con i negozi chiusi, finisce per essere spettrale». Una situazione complicata, dunque, quella che si trovano a vivere i commercianti, in attesa di novità che possano rassicurarli. Maurizio Baglioni © RIPRODUZIONE RISERVATA

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