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Silvia Balducci, commerciante di souvenir, per protesta ’’presidia’’ il negozio chiuso
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«Non solo ho aperto il mio negozio di souvenir, impedendo l’accesso agli eventuali clienti, ma ho invitato i commercianti di Assisi e anche quelli delle altre città umbre a lasciare accese le luci dei negozi e ad apporre cartelli sulle vetrine per spiegare i motivi della protesta – spiega Silvia Balducci –. La nostra è una categoria che ha nessun tipo di ‘ristoro’ pur lavorando esclusivamente con il turismo, a differenza di altre categorie di questo filone che hanno avuto delle sovvenzioni».
Una protesta alla quale hanno aderito anche altri operatori commerciali, vista la delicatezza e gravità della situazione. «La gente, passando, si è incuriosita, ha letto quello che avevo scritto, ha fatto foto e mi ha dato la solidarietà, impegnandosi a far circolare le immagini di quanto sta accadendo». Giusto una settimana fa i commercianti si erano incontrati in piazza per manifestare il dissenso per una chiusura nei giorni festivi, gli unici in cui c’è un minimo di visitatori; con successiva tappa perugina, il giorno seguente, per far conoscere alla presidente Donatella Tesei il disappunto per la scelta operata con la chiusura domenicale delle attività.
«Non siamo rappresentati – aggiunge un altro commerciante –. Come è possibile accomunare le nostre piccole attività, nel centro storico, con la grande distribuzione? Non c’è veramente nulla di paragonabile. Da noi gli spazi sono limitati e gli assembramenti sono praticamente impossibili.
E’ davvero incredibile che, in un anno difficilissimo come questo, ci sia stata tolta la possibilità di lavorare, un nostro diritto, non potendo sfruttare i pochi giorni, quelli dei fine settimane, quando un minimo di visitatori è presente nella nostra città. Una città che, con i negozi chiusi, finisce per essere spettrale». Una situazione complicata, dunque, quella che si trovano a vivere i commercianti, in attesa di novità che possano rassicurarli. Maurizio Baglioni © RIPRODUZIONE RISERVATA
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