Assisi rilancia l’appello [Video] e chiede la libertà per Trentini

In piazza il primo gennaio per sostenere il cooperante detenuto

Il Primo gennaio, dalle ore 12, davanti al Tempio di Minerva, Assisi aprirà simbolicamente il nuovo anno con una mobilitazione dedicata alla sorte di Alberto Trentini, il cooperante italiano detenuto in Venezuela da oltre quattrocento giorni. Il Comune, con il sindaco Valter Stoppini e l’intera giunta, affiancherà l’associazione Articolo 21 e il suo coordinatore nazionale Beppe Giulietti nell’esposizione degli striscioni che chiedono la liberazione dell’uomo, divenuto ormai il simbolo di una vicenda che continua a destare inquietudine.

La scelta di iniziare il 2026 con un gesto pubblico così netto non è casuale. La famiglia di Trentini, provata da mesi di attesa e incertezza, ha ricevuto nelle scorse settimane la solidarietà del presidente Sergio Mattarella, un segnale istituzionale che ha contribuito a riportare l’attenzione nazionale su un caso rimasto troppo a lungo in ombra. Nonostante nelle ultime ore in Venezuela siano stati liberati 99 detenuti, il nome di Alberto non compare tra quelli rientrati in libertà, alimentando ulteriore preoccupazione.

La madre del cooperante, Armanda Colusso, ha rivolto un appello accorato alla comunità nazionale, chiedendo di «illuminare» la vicenda del figlio e di far sentire la vicinanza di cittadine e cittadini. Le sue parole, cariche di una sofferenza composta ma determinata, hanno trovato terreno fertile proprio ad Assisi, città che da sempre lega la propria identità ai valori della pace e della tutela dei diritti fondamentali.

Raccogliendo questo invito, l’amministrazione comunale ha chiamato la popolazione a riunirsi in piazza del Comune il Primo gennaio, trasformando il tradizionale saluto al nuovo anno in un momento di partecipazione civile. L’obiettivo è chiaro: reclamare la liberazione di Alberto Trentini e chiedere che possa finalmente tornare alla sua famiglia, dopo mesi segnati da silenzi, attese e speranze sospese.

La manifestazione, spiegano dal Comune, vuole essere un gesto semplice ma fermo, un modo per ricordare che dietro ogni vicenda giudiziaria ci sono persone, affetti, vite sospese. E che la solidarietà, quando diventa collettiva, può rompere l’isolamento e riportare al centro ciò che davvero conta: la dignità di un uomo e il diritto di una famiglia a riabbracciarlo.

Assisi si prepara così a iniziare il nuovo anno con un messaggio che unisce memoria, responsabilità e impegno civile. Un invito aperto a tutte e tutti, perché la voce di una comunità può diventare la forza che manca a chi, da troppo tempo, attende giustizia.

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